TJF 2016, programma main: gli imperdibili dei primi 3 giorni

TJF2016_600Ha preso il via il TJF 2016. Fino al 1° maggio si animeranno con le note jazz anche il palco di piazza Castello e i teatri della città. Qui di seguito gli appuntamenti da non perdere del programma main dei prossimi tre giorni:

SABATO 23 APRILE

ore 18.00 – Auditorium Rai Arturo Toscanini, Via G. Rossini 15 – Vinicio Marchioni e Francesco Cafiso – “Il Persecutore” – Uno spettacolo di jazz teatrale

Dal racconto di Julio Cortázar – Adattamento e drammaturgia di Vinicio Marchioni – Musica di Francesco Cafiso – Vinicio Marchioni, voce narrante, drammaturgia – Francesco Cafiso, sassofono alto – Mauro Schiavone, pianoforte – Pietro Ciancaglini, contrabbasso – Adam Pache, batteria – In collaborazione con Stay Live – Produzione originale Torino Jazz Festival. Posto unico numerato euro 15

Il Persecutore: Julio Cortázar (1914 -1984), è stato un vulcanico scrittore, poeta, critico letterario argentino. Autore di volumi come Il gioco del mondo, Rayuela e Il viaggio premio. Il persecutore, di recente reintitolato L’inseguitore, è il suo racconto breve più celebre, uscito nel 1959 e dedicato a Charlie Parker.

Marchioni
Marchioni

Il testo diventa un banco di prova per l’incontro di due grandi personalità artistiche: la voce di Marchioni e il sassofono di Cafiso scaveranno questa storia per estrarne un compendio di arte pura, tra musica, vita e teatro. “Mettere mano a Il Persecutore è come entrare in un tempio. Non solo del jazz. Si ha a che fare con qualcosa di mistico come i concetti di tempo, creazione, morte e vita. Attraverso un sassofono e un genio che lo suona. Proveremo a “giocare” sul palco insieme a Cafiso, a intrecciare parola e musica cercando di riempire quei “buchi” di cui parla Johnny Carter, per scongiurarli, trasformarli. In principio era il verbo o la vibrazione?”. Vinicio Marchioni Vinicio Marchioni è attore e regista di formazione ed esperienza teatrale, diretto tra gli altri da Ronconi e Latella; viene lanciato da Romanzo Criminale – la serie premiato al cinema grazie alla sua interpretazione in 20 Sigarette al Festival di Venezia nel 2010. In campo internazionale è stato diretto da Woody Allen e Paul Haggis. È reduce dal successo televisivo di Luisa Spagnoli su Rai1. Francesco Cafiso è uno dei talenti più precoci del jazz. Già a nove anni muove i primi passi con Bob Mintzer e Gianni Basso, ma è decisivo l’incontro con Wynton Marsalis che, stupito dalle sue qualità, lo porta con sé in tour quando è ancora adolescente. Ha suonato in tutto il mondo e nel 2009 ha partecipato a Washington ai festeggiamenti in onore del Presidente Obama e del Martin Luther King day.

Ore 21.00 piazza Castello – Roy Paci Orchestra Del Fuoco – Feat. Hindi Zahra

Roy Paci, tromba, flicorno, direzione – Rodrigo D’Erasmo, Elena Floris, violini – Maria Vicentini, viola – Mattia Boschi, violoncello – Guglielmo Pagnozzi, sassofono contralto, clarinetto – Vincenzo Presta, sassofono tenore, clarinetto – Marco Motta, sassofono baritono, piccolo – Massimo Marcer, Stefano Cocon, trombe, flicorni – Giorgio Giovannini, trombone, trombone basso – Vito Scavo, trombone, mellophone – Giulio Rosa, tuba – Fabio Giachino, piano, fender rhodes – Gabriele Boggio Ferraris, vibrafono – John Lui, chitarre, programming – Gabriele Lazzarotti, basso elettrico – Zeno De Rossi, batteria – Itaiata De Sà, percussioni – Produzione originale Torino Jazz Festival.

RoyPaci
RoyPaci

“Sono felice di ritornare al TJF con un progetto diverso, questo fa parte della mia natura di musicista che non conosce barriere. Ad accompagnare la mia Orchestra del Fuoco ci sarà Hindi Zahra che io considero una cantante unica, con una versatilità eccezionale e un grande senso dell’ensemble. Usa la voce come se fosse uno strumento musicale e questo non è affatto scontato. L’incontro fra la sua voce e l’orchestra sarà uno spettacolo da non perdere.” Roy Paci.

ROY PACI, trombettista, compositore, arrangiatore e cantante, non ha bisogno di presentazioni. Si è esibito al TJF nel 2013 con il suo progetto CorLeone. Creata da Paci nel 2012, l’Orchestra del Fuoco, composta da musicisti scelti per la loro capacità di spaziare tra i generi, si è esibita per la prima volta in occasione dell’accensione della Fòcara, il falò più alto del Mediterraneo con i suoi venticinque metri di diametro e trenta di altezza, per i festeggiamenti di S. Antonio Abate a Novoli, in provincia di Lecce. Fuoco, dal greco phos, ossia luce. Fuoco caldo come le impetuose percussioni e la combustione innescata da fiati squillanti e ritmiche fiammanti. Un’orchestra capace di scaldare i cuori, di trascinare lo spettatore in un vortice danzante degno del fuoco.

Hindi Zahra
Hindi Zahra

HINDI ZAHRA  I critici francesi che ne hanno decretato il successo la chiamano «la Patti Smith del deserto»; ma a parte la somiglianza fisica e un comune spirito rock, le muse che ispirano Hindi Zahara spaziano dalla musica tradizionale berbera della sua terra d’origine a quelle indiane ed egiziane, fino al rock psichedelico, al reggae, al soul, in uno stile che altri hanno definito un «blues del deserto».

DOMENICA 24 APRILE

Ore 11.30 – Teatro Vittoria, via Antonio Gramsci 4 – Multikulti – Omaggio a Don Cherry Cristiano Calcagnile Ensemble

Cristiano Calcagnile, batteria, percussioni, arrangiamenti –  Massimo Falascone, sax alto, baritono e sopranino, tugombuto, ipad, live electronics – Nino Locatelli, clarinetto, clarinetto basso, melodica, campane – Paolo Botti, viola, violino di Stroh, banjo, salterio ad arco, er-hu, percussioni – Gabriele Mitelli, tromba, flicorno, pocket trumpet, effetti – Pasquale Mirra, vibrafono – Gabriele Evangelista, contrabbasso – Dudu Kouatè, percussioni, xalam, calebasse, djembe, effetti, voce. Posto unico numerato euro 5.

Don Cherry ha le fattezze di un folletto africano, associabile alla figura del matto nei tarocchi o al giullare di corte nelle opere shakespeariane. Imprendibile, solitario ma aggregatore di spiriti curiosi e inquieti. Sta nelle radure, nei deserti, negli anfratti metropolitani, alla ricerca di verità da raccontare. È così che i componenti del gruppo pensano a questo grande artista che, in oltre mezzo secolo di attività, ha percorso sentieri capaci di creare nuove relazioni e connessioni tra culture ed etnie in tutto il pianeta, alla ricerca della dimensione universale e ritualistica della musica. Dal quartetto di Ornette Coleman alle avanguardie europee con Han Bennink e Johnny Dyani passando da Africa, India e le sperimentazioni psichedeliche e minimaliste nord europee di Terje Rypdal, Don Cherry non ha mai smesso di cercare linguaggi che gli permettessero di esprimere la sua natura più profonda e magica attraverso il suono. Il concerto costruisce un percorso che “visita” alcuni dei momenti più interessanti della sua carriera, lasciandoci attraversare, piuttosto che possedere, dalla musica. Cristiano Calcagnile, dopo aver studiato percussioni in ambito classico, ha allargato i suoi orizzonti dedicandosi anche alla batteria jazz. Con il suo Multikulti, un ampio organico dalla inusuale strumentazione, esplora con passione il magico e variegato mondo musicale di una delle icone più eccentriche del jazz: Don Cherry.

Ore 18.00 – Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini, piazza Castello 215 – Battista Lena “Ultimo Cielo” (Sopra Gallizio)

Battista Lena, chitarra – Fulvio Sigurtà, tromba – Gabriele Mirabassi, clarinetto – Daniele Mencarelli, contrabbasso – Stefano Tamborrino, batteria – Banda Città di Alba Ars et Labor diretta dal Maestro –  Claudio Taretto. Concerto con proiezione delle opere di Pinot Gallizio In collaborazione con l’Archivio Gallizio e la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero. Prima italiana. Posto unico numerato euro 5.

Battista Lena
Battista Lena

Questo progetto nasce da una commissione della Fondation de France. Il confronto, che continuo a trovare straordinario, fra musicisti amatoriali e professionisti, il percorso di presa di coscienza e responsabilizzazione, non sono un incidente di percorso, un fatto marginale. Insieme al risultato finale, cioè la musica, formano l’opera completa, la vera installazione. Ho pensato alla figura di Pinot Gallizio, il grande artista che attraversò come una meteora l’arte italiana e internazionale fra gli anni ’50 e ’60 con straordinarie intuizioni. In Gallizio l’arte è un’integrazione della propria esperienza, del proprio modesto agire quotidiano. Questo è rivoluzionario, oggi più ancora che in passato. In questo possiamo riconoscerci. Un approccio così limpido, refrattario alle mistificazioni, può aiutarci a capire qualcosa di noi, se riusciremo a tenere il cuore aperto come ha fatto lui, concentrandoci sul collettivo piuttosto che sulla gratificazione individuale.” Battista Lena

Battista Lena. Chitarrista, compositore e autore di colonne sonore per il cinema, per lunghi anni è stato accanto a Enrico Rava nei suoi gruppi. Qui lo accompagnano alcuni solisti di valore assoluto come Gabriele Mirabassi, uno dei più grandi clarinettisti viventi.

Ore 21.30 – Piazza Castello – Volcan Trio Featuring Gonzalo Rubalcaba, Horacio “El Negro” Hernandez & Armando Gola

Gonzalo Rubalcaba, pianoforte – Horacio “El Negro” Hernandez, batteria – Armando Gola, basso elettrico

VOLCAN TRIO: featuring Gonzalo Rubalcaba, Horacio “el Negro” Hernandez & Armando Gola. Restare immobili ascoltando il jazz dei Volcàn è impossibile. Quando Gonzalo Rubalcaba sale su un palco con i suoi musicisti, esplode un vero e proprio vulcano, come spiega fedelmente il nome del gruppo, una forza della natura che sprizza migliaia di note in tutte le direzioni. Armando Gola e Horacio “El Negro” Hernandez, tre artisti di grande esperienza internazionale, daranno spettacolo col loro virtuosismo caldo, latino.

Gonzalo
Gonzalo

E’ la magia di Cuba con i suoi ritmi intricati e inarrestabili. La musica di questo gruppo che il leader definisce come “latin-american jazz”, è figlia degli incontri tra la tradizione nordamericana e le sonorità cubane mirabilmente sintetizzate dal pianismo raffinato e scintillante di Rubalcaba. GONZALO RUBALCABA: Ha fatto gridare al miracolo Dizzy Gillespie quando era poco più che adolescente, ha suonato in trio con Charlie Haden e Paul Motian e poi nei gruppi di Joe Lovano e con Al Di Meola. Da anni è una colonna del pianoforte jazz, non solo latin.

 

LUNEDì 25 APRILE

Ore 11.30 Teatro Vittoria, via Antonio Gramsci 4 – Simone Graziano Frontal

David Binney, sassofono alto, live electronics – Dan Kinzelman, sax tenore – Simone Graziano, pianoforte, composizioni – Gabriele Evangelista, contrabbasso – Stefano Tamborrino, batteria – In collaborazione con Auand records – Posto unico numerato euro 5.

In bilico tra groove contemporanei e influenze di scuola newyorkese, Simone Graziano, pianista e compositore toscano, è giunto alla seconda esperienza discografica da leader del gruppo Frontal, una realtà che ha raggiunto una propria cifra stilistica. La musica di Graziano si muove tra la ricercatezza delle parti obbligate – spesso costruite sul succedersi stratificato di cellule melodiche e ritmiche – e la libera interazione tra i musicisti. Nell’economia generale nessuna voce strumentale prevale sulle altre, neanche il pianoforte, proponendo una visione dialettica della musica. Molte delle composizioni posseggono una forma circolare: le parti si inseguono rincorrendosi a spirale. In questo gioco viene a perdersi l’idea standard di accompagnamento canonico del tema; ogni voce danza con le altre. Tutto questo universo espressivo dimostra l’assoluta volontà di democratizzare le parti strumentali. La musica di Graziano è specchio di tensione pulsante e sensibilità aperta. Si modella sulla fremente esplorazione di strutture circolari trovando un perfetto bilanciamento in momenti di libertà sonora. Il magistrale ruolo giocato da David Binney, uno degli improvvisatori più importanti emersi nell’ultimo ventennio, consente al progetto di brillare ulteriormente.

Ore 18 – Piazza Castello – Minafrìc Orchestra & Faraualla 

Pino Minafra, tromba, flicorno, composizione – Livio Minafra, pianoforte, pianoforte elettrico, composizione – Vito Francesco Mitoli, Marco Sannini, trombe – Roberto Ottaviano, sax soprano – Gaetano Partipilo, sax contralto – Carlo Actis Dato, sax tenore – Nicola Pisani, sax baritono – Beppe Caruso, Marzella Michele, tromboni – Giorgio Albanese, fisarmonica – Giorgio Vendola, contrabbasso – Vincenzo Mazzone, Giuseppe Tria, batteria, percussioni –

Faraualla: Gabriella Schiavone, voce e composizione – Maristella Schiavone, Terry Vallarella, Serana Fortebraccio, voci. MinAfrìc Orchestra, ensemble guidato da Pino Minafra, istrionico trombettista ruvese, incontra il quartetto Faraualla, quintessenza della vocalità femminile mediterranea. Sul palco Pino Minafra (composizione, direzione, tromba, flicorno, megafono) sarà affiancato dal gotha del jazz pugliese, in un ensemble aperto anche ad alcuni dei maggiori musicisti nazionali che con Minafra condividono da tempo passioni e progetti. La MinAfrìc Orchestra nasce con l’intenzione primaria di dare voce e suono alle musiche del nostro tempo, volgendo lo sguardo su tutto l’orizzonte geografico, musicale e culturale del Sud. Un progetto intenso e articolato, che unisce con la musica le complesse diversità che circondano la Puglia, naturale ponte verso l’Oriente, il Mediterraneo, l’Africa, i Balcani e la Nuova Europa di oggi. Accogliendo una richiesta del TJF, Pino Minafra propone un suo particolare e unico omaggio al 25 aprile che si apre con la poesia del Canto General di Pablo Neruda per proseguire poi con alcuni riferimenti alla tradizione musicale resistenziale.

Al termine della Fiaccolata per il 25 Aprile

Ore 21.45 Piazza Castello – PULSE! (JAZZ AND THE CITY). Un progetto di Max Casacci –  Daniele Mana (Vaghe Stelle) –  Emanuele Cisi

Casacci, Cisi, Mana
Casacci, Cisi, Mana

Max Casacci, chitarra, live electronics, composizione – Daniele Mana (Vaghe Stelle), live electronics, composizione – Emanuele Cisi, sassofoni, composizione – Gianluca Petrella, trombone, live electronics – Flavio Boltro, tromba – Sergio Di Gennaro, pianoforte – Furio Di Castri, contrabbasso – Enzo Zirilli, batteria – E con la preziosa partecipazione di: Enrico Rava, tromba – Ensi, voce – Musica Nuda: Petra Magoni, voce – Ferruccio Spinetti, contrabbasso. Prima assoluta. Produzione originale Torino Jazz Festival.

Come dei saldatori che portano lenti protettive quando usano la fiamma ossidrica, così noi guarderemo ai suoni della città attraverso i filtri e le sfumature cromatiche dei linguaggi musicali più attuali, dai quali ormai il jazz non può rimanere estraneo. E’ nella sua stessa natura infatti l’inclusione di elementi esterni e diversi, per continuare ad autoalimentarsi e creare una combustione incessante”. Emanuele Cisi

Partiamo dalla fine. Immaginiamo un album, che nasca dai rumori di una città. Una città precisa: Torino. Immaginiamo che questi rumori (il traffico, le campane, gli ingranaggi delle fabbriche, i segnali acustici dei mezzi pubblici, le voci degli stadi, i fiumi, le fontane, i mercati…) vengano trasformati in musica mediante le tecnologie dei software musicali. Che questi rumori diventino una tavolozza capace di dipingere uno sfondo ritmico sonoro per altre voci musicali del medesimo luogo. Il ritmo dei rumori della città, le voci degli strumenti del jazz di quella città. Un incontro tra linguaggi e generazioni, che analogamente a quanto sta succedendo nella Los Angeles di Flyng Lotus e del rapper Kendrick Lamar possa ospitare voci di un’altra provenienza. Quella dell’hip hop. Insomma l’incrocio tra elettronica, jazz e hip hop è in questo momento una delle tendenze più all’avanguardia”. Max Casacci

Abbiamo pensato che i campionamenti della città potessero essere la base per un racconto più suonato e l’occasione del TJF ci è parsa unica dal punto di vista artistico e narrativo”. Daniele Mana

La sfida dello spettacolo è trasformare questa “narrazione” in un grande evento musicale, nel cuore della città. Max Casacci ha già realizzato molte cose come produttore, compositore, autore. Oltre ad aver fondato i Subsonica nel 1996. Daniele Mana, noto con lo pseudonimo Vaghe Stelle, è oggi l’unico italiano a pubblicare per la Other People di Nicolas Jaar, l’etichetta elettronica internazionale più cool del momento. Emanuele Cisi, sassofonista e compositore, è da molti anni uno degli ambasciatori del jazz italiano nel mondo.