La Città ricorda il Grande Torino

Il 4 maggio del 1949 l’aereo della squadra del Grande Torino di ritorno da una trasferta in Portogallo si è abbattuto tragicamente sulla Basilica di Superga. A distanza di 74 anni da quella fatale scomparsa la Città di Torino e la società granata ha voluto ricordare la squadra degli “Invincibili” con una serie di celebrazioni e intitolazioni. La giornata è cominciata con l’omaggio a Valentino Mazzola e ai suoi compagni al cimitero monumentale dove sono intervenuti il presidente Urbano Cairo, l’assessore allo Sport Domenico Carretta e Susanna Egri Erbstein, figlia di Erno che degli “Invincibili” era l’allenatore. “Quella del Grande Torino è una storia che nasce da una tragedia – ha sottolineato l’assessore Domenico Carretta. Superga e il 4 maggio 1949 sono diventati un luogo, una data, una forza collettiva e dei valori che cerchiamo di tenere vivi anche grazie all’impegno di tutti. La Città ha voluto partecipare alla giornata di oggi perché crede nel sodalizio che rende quasi imprescindibile il rapporto che c’è con il Torino Calcio, con la storia e con quello che verrà trasmesso alle nuove generazioni. Allora io non posso che unirmi ai ringraziamenti e invito i genitori di fede granata a portare i loro figli nei luoghi dove il Grande Torino ha vissuto”.

Prima di mezzogiorno, invece, i giardini di piazza Galimberti sono stati intitolati alla memoria del grande capitano Valentino Mazzola. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre alle massime cariche societarie, il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano, la nipote dell’ex numero 10 granata e il sindaco Stefano Lo Russo. Il primo cittadino ha voluto sottolineare quanto il Grande Torino abbia segnato la storia dello sport mondiale e quanto negli anni sia ricordato sempre con affetto.

Alle 13.30 è partita dallo stadio Filadelfia “La Invincibili”, pedalata amatoriale dedicata ai tifosi granata con arrivo sulla piazzale di Superga. La giornata si concluderà con la messa e ricordo dell’attuale capitano Alessandro Buongiorno alla lapide dei calciatori, dirigenti e giornalisti che malauguratamente erano seduti su quell’aereo il 4 maggio del 1949.

Marco Aceto