Tisi: “Non dimenticare le vittime del terrorismo”

aiviter_tisi“Oggi – ha dichiarato il vicesindaco Elide Tisi, intervenendo alla giornata dedicata la trentennale l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato, ospitata nella Sala Colonne di Palazzo di Città – l’ Aiviter ricorda i trent’anni trascorsi dal momento della sua costituzione. Tre decenni di impegno – prima come organizzazione regionale e poi come associazione nazionale – passati aiutando i familiari di coloro che tra gli anni Settanta e Ottanta avevano perso la vita, sostenendo chi era rimasto menomato nel fisico e nella psiche, cercando sempre la verità per rendere loro giustizia e, soprattutto, operando affinché nessuno dimenticasse che cosa furono per chi fu vittima del terrorismo”.   

Tisi ha poi aggiunto che “bisogna mantenere viva la memoria di uno tra i periodi più bui e difficili per l’Italia contemporanea: quegli “anni di piombo” che hanno drammaticamente segnato un decennio della storia del nostro Paese e durante i quali, solo a Torino, tra il 1975 e il 1982, furono diciannove le persone uccise e altre settanta quelle ferite. Oggi più che mai compito delle istituzioni ringraziare e sostenere chi, come Aiviter, lavora per conservare il ricordo, diffondere la conoscenza e fare in modo che anche le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze affinché non si ripetano, mai più”.

“Ma le istituzioni – ha tenuto a sottolineare il vicesindaco – devono anche ricordarsi dei diritti delle vittime del terrorismo, che il passare del tempo non può cancellare.  Non può infatti esserci prescrizione per il diritto ad avere giustizia, anche quando sono passati diversi anni dai fatti criminosi e i carnefici non sono stati trovati e nessuno ha pagato per gesti feroci e scellerati. Le istituzioni di Paese democratico, i cui principi fondanti sono nati dalla Resistenza e della lotta a ogni forma di totalitarismo, verità e giustizia devono essere perseguite fino al loro raggiungimento. E’ un dovere, non dobbiamo dimenticarlo”.