Prospettive e futuro, un dibattito sul “bene per Torino”

Qual è il bene per Torino? È la domanda che dà il titolo al confronto aperto alla cittadinanza tra l’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, il sindaco Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, organizzato dal settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo” che si è tenuto questa sera in un affollato Teatro San Giuseppe.

Ad aprire la riflessione il professore di Sociologia Urbana del Politecnico Luca Davico, che ha tratteggiato con alcuni numeri il quadro complessivo della città in termini di demografia, occupazione, immigrazione, sviluppo.

Tanti i temi affrontati, a partire dalla questione demografica, con il progressivo invecchiamento della popolazione, la diminuzione delle nascite e l’aumento dei cittadini stranieri. “Quella demografica -ha detto il Sindaco commentando i numeri presentati – una delle più grandi emergenze che stiamo vivendo e che dovremo affrontare nei prossimi anni. Se non avessimo avuto la spinta demografica derivante dai cittadini immigrati il dato sarebbe ben altro. Peraltro la distribuzione geografica di una popolazione mondiale in costante crescita è molto indicativa. Con questi tassi entro 30 anni avremo 40 milioni di Europei in meno e 1 miliardo di africani in più.

Il mantenimento degli equilibri demografici è essenziale ed è un tema di cui dobbiamo preoccuparci”.

Si è parlato poi delle opportunità per le giovani generazioni, di attrattività del territorio, di automotive e sanità, delle diseguaglianze sociali ed economiche.

“Produttività e inclusione sociale non sono in contrapposizione – ha spiegato Lo Russo rispondendo a chi gli chiedeva se esistano “due città”, tra il centro e le periferie – dobbiamo uscire da questa dicotomia. Non esiste nessuna città attrattiva laddove ci sono diseguaglianze forti che generano insicurezza e marginalità sociale.

La grande leva degli investimenti pubblici del Pnrr sarà dirimente se sarà capace di attivare anche investimenti privati, rendendo tutta la città più attrattiva. Basti pensare, ad esempio, alle ricadute che avrà sulla zona nord della città l’investimento infrastrutturale della linea 2 della metropolitana”.