A Teatro il ricordo di Rita Atria

di Antonella Gilpi

ritaadriaUna storia che mira dritta al cuore e che tocca soprattutto la dimensione delle emozioni è quella di Rita Atria che viene presentata con la consapevolezza del forte senso civico e di responsabilità dalla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani su proposta di Guido Castiglia di Nonsoloteatro e con la collaborazione di Libera Piemonte.

”Una storia disegnata nell’aria”, per raccontare Rita, che sfidò la mafia con Paolo Borsellino è il titolo di questa rappresentazione che si potrà seguire venerdì 25 novembre alle 21 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani in corso Galileo Ferraris 266.

La storia di Rita, la più giovane testimone di giustizia è in scena a Partanna in un paese vicino a Trapani dov’è nata la giovane e dove  a casa sua cresce tra racconti di faide, ragionamenti, strategie e vecchi rancori, interessi di ogni tipo che erano all’ordine del giorno, perché suo padre don Vito Atria era un mafioso.

Muoiono il padre, vittima di un regolamento di conti, ed anche il fratello Nicola, al quale lei  era molto legata. La moglie di Nicola, Piera Aiello, presente all’omicidio del marito, denuncia i suoi assassini e collabora con la polizia.

All’inizio di novembre, ad appena diciassette anni, Rita decide di denunciare il sistema mafioso del suo paese e vendicare così l’assassinio del padre e del fratello. Incontra il giudice Paolo Borsellino, un uomo buono che per lei sarà come un padre, la proteggerà e la sosterrà nella ricerca di giustizia.

Al centro della scena in teatro, la sua vitalità, le sue speranze, il suo senso di giustizia, la ribellione verso il mondo di omertà e oppressione che la circonda, ma anche la sua fragilità e il senso di inadeguatezza.

Una settimana dopo la strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino, (19 luglio 1992), Rita Atria si uccide a Roma, dove vive sotto copertura, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di via Amelia 23.

Lascia alcune righe sul suo diario che sono considerate come un testamento: “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”: