di Mariella Continisio
Millecinquecento ragazze e ragazzi dell’ultimo anno delle scuole medie e del biennio degli istituti superiori sono stati coinvolti nel progetto Scuola dei Compiti. Al termine dei corsi 3 ragazzi su 4 hanno raggiunto la sufficienza: in particolare 500 allievi (56%) hanno lavorato solo sulla matematica, una materia ostica per antonomasia. Le altre materie recuperate sono state inglese (25%), italiano (8%), francese (5%), fisica e chimica (6%).
E’ questo il dato che emerge dal monitoraggio del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino effettuato dal Renato Grimaldi sull’attività svolta lo scorso anno che ha interessato 29 istituti (20 medie e 10 superiori) e 1.500 alunni (50% maschi, 50% femmine), con età media dei ragazzi di 14 anni, il 20% dei quali è originario di un Paese straniero. Ma non il solo, infatti, la maggior parte degli studenti coinvolti nei corsi di sostegno hanno migliorato il loro rendimento, aumentando l’autostima e la fiducia in sé, e la capacità di individuare le

difficoltà.
L’iniziativa, dunque, rivolta al successo formativo degli studenti ha raggiunto l’obiettivo. “E’ un progetto innovativo per la Città – ha sottolineato Mariagrazia Pellerino, assessora alle Politiche educative – che si avvia a diventare un vero e proprio servizio che ha il valore di mettere in rete tutti gli attori della filiera educativa, utilizzando la didattica digitale e strumenti di apprendimento più adeguati ai processi cognitivi dei nostri studenti, anche per questo è preziosa l’azione dei tutor universitari”.
Molte sono le novità per l’anno scolastico in corso: sono aumentate a 33 le scuole coinvolte (10 superiori e 23 medie) e, dopo i risultati positivi delle passate edizioni – la prima si è svolta nel 2013 – la didattica digitale sarà adottata, oltre che nel recupero della matematica, anche dell’italiano e del latino utilizzando sempre con la piattaforma Moodle, ma aggiornata (Moodle 2.7). In particolare la piattaforma di e-learning è integrata con sistemi di tutoraggio a distanza che permette un sistema di valutazione automatica del proprio apprendimento. Questo permetterà agli studenti di esercitarsi a casa integrando le lezioni svolte a scuola, consentendo un recupero personalizzato. “Nasceranno anche comunità di apprendimento: community degli studenti delle scuole, community dei tutor per dare vita a uno scambio virtuoso di opinioni ed esperienze per migliorare il servizio. Il supporto digitale avrà una nuova veste, il font easy reading, uno strumento compensativo valido per i dislessici” ha spiegato Marina Marchisio dell’Università di Torino.
Aumenta a 35 anche il numero delle scuole dove si svolgono i corsi di lingua italiana per i ragazzi figli di migranti di recente arrivo (L2) sempre con l’utilizzo della didattica digitale. Sono previsti 56 corsi intesivi di 60 e 40 ore rivolti a 400 allieve e allievi delle scuole elementari e medie. Lo scorso anno sono stati 400 gli allievi che hanno frequentato i corsi di alfabetizzazione in lingua italiana (L2), provenienti, in particolare, da Cina, Marocco, Egitto, Costa d’Avorio Filippine e Perù.
Un successo testimoniato anche dagli interventi del dirigente scolastico dell’istituto tecnico Galilei – Ferrari, Anna Luisa Chiappetta, dove si è svolta la presentazione, e del dirigente dell’ Ufficio scolastico regionale, Dania, che ha definito il progetto “un esempio di buona scuola che è possibile estendere ad altri istituti scolastici perché riesce a motivare gli studenti scoraggiati dalle insufficienze a proseguire il percorso scolastico e, grazie ai test di autovalutazione, a migliorarsi sempre di più. E ciò è fondamentale perché è proprio in questa fascia di età che i ragazzi abbandonano la scuola”.
Il progetto Scuola dei Compiti è promosso dall’Assessorato alle Politiche educative della Città di Torino, in collaborazione con l’Università e il Politecnico di Torino, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Auser, (associazione degli insegnanti in pensione).