G7 Venaria, addio al carbone tra il 2030 e il 2035. Si cerca l’accordo sulla data

Un primo risultato trapela dal G7 energia e clima al termine della prima giornata di lavori: la disponibilità da parte dei Paesi riuniti a Venaria ad abbandonare il carbone come fonte energetica. Ancora da stabilire, mentre l’intesa tecnica sembra ormai certa, la data della rinuncia, passo decisivo per la tutela dell’ambiente, per la quale mancherebbe ancora un pieno accordo politico: 2030 o 2035?

Se ne parlerà ancora oggi al Tavolo anche se sembra più che probabile la volontà da parte dei ministri delle economie più avanzate di dare un forte segnale al mondo abbandonando in rapida progressione tutti i loro impianti a carbone. Il via liberà definitivo arriverà quindi, salvo sorprese, con la dichiarazione finale alla chiusura del vertice.

Diversi i temi sul tavolo a Venaria nella due giorni di colloqui: rinnovabili, efficienza energetica, uscita progressiva dai fossili, biodiversità, ma anche ricerca per il nucleare di nuova generazione, fusione, economia circolare, materie prime critiche, biocarburanti. Centrale negli incontri interministeriali anche il tema del rapporto con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti nell’affrontare il quale vengono sottolineate tre priorità: concretezza, cooperazione in particolare con l’Africa, un approccio pragmatico e non ideologico secondo il principio di neutralità tecnologica e sottolineata la necessità di partenariati di tipo non predatorio.

Intanto, si susseguono gli inviti ai ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, ad “aprire la strada su azioni climatiche più coraggiose e a collaborare per fare progressi più audaci”. A quello lanciato dal presidente dell’Unfccc, l’agenzia dell’Onu per il clima si aggiunge quello dei ragazzi e delle ragazze che, la scorsa settimana, nella Giornata Mondiale della Terra si sono riuniti proprio a Torino, all’Envinroment Park, e a Roma negli Stati Generali dell’Ambiente per Giovani per chiedere ai Paesi impegnati nel G7, e in particolare all’Italia che lo guida, di imprimere una svolta alle politiche per il clima. “Se esiste una battaglia comune, in cui siamo tutti responsabili e tutti dobbiamo unirci – dicono i ragazzi – è quella per il clima. L’individuo non può più essere solo destinatario delle politiche ambientali, ma deve diventare un coattore del cambiamento. E’ l’ora di un’azione decisa e pacifica per il clima e il nostro pianeta”.

Una visione condivisa dai comuni montani italiani che sollecitano a porre al centro dell’azione il protagonismo delle comunità e i territori che con le scuole, le imprese, gli Enti locali, i Comuni agiscono insieme su cicli di acqua e rifiuti, risparmio energetico, rinnovabili, filiere legno, prevenzione del dissesto, agricoltura e turismo. “Solo nella condivisione, quando tutto è connesso, come scrive il Papa nella Laudate Deum, si vincono le sfide del futuro – scrivono – Di comunità deve parlare il G7 a Venaria. Comunità, le sole vincenti togliendo sperequazioni e disuguaglianze”.