Dalla stazione Rebaudengo a Mirafiori

metropianta_600“Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018”: le parole del sindaco Fassino scandiscono il conto alla rovescia verso l’avvio dei cantieri della seconda linea della metropolitana. “Oggi parte l’iter della sua progettazione – ha detto mercoledì scorso nel corso della conferenza stampa che illustrava il bando di gara internazionale per determinare il soggetto a cui verrà affidato l’incarico – : il termine ultimo per presentare le candidature è il 9 maggio, quindi una commissione di esperti individuerà il vincitore che dovrà completare la progettazione entro un anno dall’aggiudicazione.”

Ventiquattro le stazioni previste per il nuovo metrò lungo un tracciato di 14,5 chilometri che attraverserà la città da nord a sud, dalla stazione Reabaudengo al Cimitero Parco, con la possibilità di allungarsi verso la cintura a San Mauro e Pescarito e, nella direzione opposta, verso piazza Bengasi . Un progetto da 7 milioni di euro, al netto dell’IVA, “che si rivolge alle migliori competenze e professionalità su scala mondiale”,  ha detto ancora il sindaco Fassino, certo che “la realizzazione della nuova linea segnerà un nuovo ciclo di trasformazione della città.”

La seconda linea – per la realizzazione della quale è stimato un costo di 1,3 miliardi di euro, cioè un centinaio di milioni al chilometro, e che in tempi di risorse pubbliche ridotte dovrebbe essere realizzata in project financing, con l’aiuto dei privati – sarà di tipo automatico, in analogia al sistema VAL della linea 1 della quale il bando presentato mercoledì chiede ai progettisti di superare alcuni limiti. Come l’impossibilità di salirvi con la propria bicicletta o di funzionare senza interruzioni, 24 ore su 24.

La progettazione della nuova infrastruttura ha poi annunciato il sindaco Fassino “sarà l’occasione per un’ulteriore innovazione: accompagneremo la progettazione della linea 2 sperimentando anche a Torino una forma di progettazione partecipata con il coinvolgimento della cittadinanza sul modello del ‘debat publique’ francese. Un modo per coinvolgere i torinesi nelle scelte rispetto a un’opera che avrà un impatto fisico, economico e sociale importante.”