Numerose sono le malattie e i parassiti che complicano la vita degli alberi in città, e con essi, molto spesso, dei cittadini.
La Ceratocystis fimbriata (cancro colorato) è un fungo microscopico che colpisce i platani occludendo le vie di trasmissione della linfa. Ciò provoca un’interruzione dell’alimentazione di parte o di tutta la chioma e porta la pianta alla morte. Un platano malato si riconosce dal disseccamento rapido di parte o di tutta la chioma, da riscoppi di vegetazione alla base e da una colorazione bruno nocciola violacea lungo le lesioni longitudinali colpite. Non esistono metodi di cura ed è quindi obbligatorio, ai sensi del D.M. del 29 febbraio 2012, procedere all’abbattimento rapido dell’esemplare secondo precise norme precauzionali concordate con il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte.
La processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa Lepidoptera Thaumetopoeidae) è un insetto della famiglia dei lepidotteri. Una volta l’anno depone le uova in bozzoli attaccati ai rami – di solito di pino nero o di pino silvestre – e le larve, una volta dischiuse le uova, si nutrono degli aghi fino a uccidere la pianta, o comunque indebolirla al punto da essere facile preda di altri parassiti.
Ma i danni non si fermano qui. Le larve sono ricoperte di peli urticanti che possono causare irritazioni cutanee e alle mucose, agli occhi, alle vie respiratorie di persone e animali. Nei casi più gravi questi arrivano a provocare veri e propri choc anafilattici.
Il nome processionaria deriva dal comportamento di queste larve, lunghi bruchi dotati di peli che, da fine febbraio a inizio aprile, lasciano la pianta ponendosi in processione l’uno in coda all’altro per trasferirsi sotto il terreno a profondità tra i 5 e i 20 cm. Un “evento” che, con l’innalzarsi delle temperature medie invernali, si è gradualmente anticipato: infatti, le “processioni” sono già apparse nei parchi dove sono presenti conifere. Un evento che è il momento più pericoloso per la salute delle persone e dei loro animali d’affezione.
La Cameraria Ohridella è un piccolo lepidottero che colpisce le piante di ippocastano provocando la caduta anticipata delle foglie in estate ed alterando l’equilibrio fisico-chimico delle piante. È comparso a Torino nel 2000 determinando da subito un danno molto evidente: la maggior parte delle alberate di ippocastano, poste nelle zone centrali, assunse un aspetto desolante, come se fosse arrivato l’autunno in anticipo.
Ad oggi il fenomeno si è decisamente ridotto, è quasi scomparso. Ciò grazie soprattutto ai limitatori naturali e al fatto che le foglie malate e cadute a terra vengono subito raccolte dall’Amiat, consentendo così di scongiurare il contagio.
La diffusione della cimice dell’olmo è una problematica recente e non sono ancora state individuate procedure di lotta efficaci. L’Arocatus melanocephalus è un emittero ligeide di piccole dimensioni (6-7 mm di colore nero con disegno rosso) che sverna come adulto in luoghi riparati (fessure dei muri, rivestimenti ed infissi delle case) e poi, nelle giornate più calde di fine inverno e inizio primavera, esce dai luoghi di svernamento e raggiunge gli olmi dove si nutre dei frutti, le samare. L’accoppiamento fra i maschi e le femmine avviene durante il periodo di nutrizione. Dalle uova fuoriescono le forme giovanili e quindi gli adulti a fine primavera iniziano i voli per la ricerca dei rifugi. L’insetto compie una sola generazione l’anno, non punge l’uomo e non è agente di patologie pericolose per uomini e animali, ma la sua presenza è molto fastidiosa.