Una delle zone industriali più vaste e più antiche di Torino era collocata sino a qualche tempo nell’area intorno a via Livorno. Quella porzione della città era il risultato di un complesso processo di stratificazione storica direttamente correlato al ruolo che la città ha gradualmente assunto nel corso dei secoli e alle vicende che ne hanno fatto uno dei poli manifatturieri più importanti del Paese.
Ripercorrere la storia di questo angolo della capitale subalpina destinato per quasi tre secoli alla produzione, vuol dire conservarne il ricordo.
Correva l’anno 1715 quando Casa Savoia acquistò un vasto appezzamento di terreno appena fuori città, nella bassura di Valdocco, per costruirvi una fucina per la produzione di canne da fucile. In quell’area, già destinata alle lavorazioni industriali, c’erano le condizioni ideali per il funzionamento delle forge e dei magli per la lavorazione del metallo. La zona era isolata, circondata solo da campi e prati, non troppo distante dalla città e, soprattutto, era attraversata dai canali Martinetto e Molini i quali con le proprie acque fornivano l’energia idraulica necessaria.
All’edificio primitivo vennero successivamente affiancate nuove maniche destinate alla sola produzione di armi leggere, mentre i cannoni vennero fusi ed assemblati nella Fabbrica delle Polveri all’Arsenale di Borgo Dora.
Nei primi decenni dell’800, nell’area oggi compresa tra la Ferrovia Torino – Milano, via Ceva, via Livorno e la Dora, il complesso della Fucina delle Canne era costituito da tre nuclei, una fonderia, una fucina vera e propria ed un magazzino di deposito. Così, gradualmente campi, prati e cascine cedettero il posto a nuovi stabilimenti industriali.
La città sabauda sarà la Capitale del Regno d’Italia dal 1861 al 1864.Torino, privata del ruolo di Capitale d’Italia, decise, quindi, di puntare sull’industrializzazione. Alcuni provvedimenti del Governo dell’epoca favorirono quella trasformazione come ad esempio, i fondi stanziati per la costruzione di un nuovo canale, il Canale Ceronda, dove si insedieranno in breve tempo nuove realtà produttive.
All’inizio del ‘900 gli stabilimenti della vecchia Fucina delle Armi vengono venduti alla ditta Vendel che, dopo averli ingranditi e utilizzati come ferriere, li cederà alla FIAT. Quest’ultima ne farà un imponente complesso per la fusione e la lavorazione dei metalli utilizzati per la produzione di componenti meccanici.
La vicinanza dello Scalo Merci Ferroviario Valdocco (chiamato anche Torino-Dora per la vicinanza dell’omonima stazione passeggeri) renderà ulteriormente appetibile la zona, che ad ovest dell’attuale via Livorno vedrà l’insediamento del Cotonificio Valle Susa e, pochi anni dopo, del grande stabilimento Michelin per la produzione di pneumatici. Fondata nel maggio del 1889 a Clermont-Ferrand dai fratelli Michelin, la nota società specializzata nella produzione di pneumatici, si insedia per la prima volta a Torino nel 1903.
Alla fine degli anni ’30 in Michelin lavoravano poco più di 1000 operai per salire a circa 5000 operai all’inizio degli anni ’50. Sul finire degli anni ’60, in coincidenza con l’apertura di nuovi stabilimenti fuori Torino ed in altre città piemontesi, la produzione alla Michelin – Torino/Dora entrò in crisi. Poi, con la crisi petrolifera la produzione lentamente diminuì, sino a bloccarsi definitivamente verso gli anni ’80, quando terminò anche la produzione nelle vicine Ferriere Valdocco della FIAT che, per parecchio tempo, rimarranno abbandonate a sé stesse.