Domenica, nel quindicesimo anniversario della sua prematura scomparsa all’età di 47 anni, Domenico Carpanini è stato ricordato con una visita alla sua tomba al Monumentale.
“Domenico era un amico fraterno. Un uomo straordinario, di grande intelligenza e spessore morale che rappresentava della politica la parte più diretta e concreta. Quella per cui essa è l’arte di fare le cose, di trovare le soluzioni. Credeva nelle persone e sapeva che una città è fatta dell’energia che i suoi cittadini le infondono. Era sicuro della possibilità di riscatto di Torino anche quando, negli anni Ottanta, la crisi era una dura prova per la politica. Di Torino avvertiva il respiro e gli umori e sarebbe stato un grande sindaco. Credeva fortemente in questa città, che conosceva e perlustrava a palmo a palmo, senza mai risparmiarsi. Aveva il gusto del dettaglio e fu lui il precursore delle politiche per la sicurezza cittadina. Voleva bene alla nostra città. Aveva il coraggio delle sfide difficili. Ed è questo suo agire positivo, costruttivo, che tutti gli riconosciamo. Voleva esserci sempre, in prima fila ad affrontare le sfide più dure. Mi manca, ci manca, la sua capacità esperta, il gusto che aveva della vita, la leggerezza acuta del suo pensare”. Queste le parole pronunciate questa mattina dal Sindaco Piero Fassino ricordando il suo caro amico.
Carpanini, nato a Torino il 9 luglio 1953, si è spento il 28 febbraio del 2001, in una sera fredda e nevosa, nella sede dell’Ascom nel corso di un primo faccia a faccia con Roberto Rosso, anch’egli candidato alla carica di sindaco alle elezioni amministrative.