di Michele Chicco
Condividere un libro significa leggerlo e poi decidere di lasciarlo per permettere ad altri di sfogliarlo, di provare emozioni e sensazioni. Così il libro, che passa di mano in mano, ha una nuova vita. Al terzo piano del Municipio, nella Direzione Organizzazione-Personale, si trova una piccola ma ben fornita raccolta di libri a prestito fra colleghi.
L’idea del bookcrossing in Comune è nata un anno fa da una dipendente, amante della lettura, che voleva condividere con altre colleghe le impressioni e i contenuti di ciò che leggeva a casa. Giorno dopo giorno i volumi “lasciati” da alcuni dipendenti sono aumentati e di conseguenza anche i lettori-colleghi. Una delle ragioni di questo successo è legata al fatto che molti dipendenti sono pendolari e per occupare il tempo sui mezzi pubblici o sui treni la lettura di un libro è un’ottima compagna di viaggio.
Il “catalogo” comprende un sessantina di volumi dalla saggistica ai romanzi, dai gialli alla letteratura classica e lo scambio avviene, ovviamente, in modo gratuito e molto responsabile.
L’intenzione, quindi, è quella di condividere un libro con gli altri, liberandolo. E’ un modo per offrire a tanti l’occasione di arricchirsi delle stesse o di altre emozioni. Può sembrare una pratica solitaria, perché non c’è necessariamente un contatto diretto tra i partecipanti, ma dietro a tutto questo esiste una comunità di persone che ha in comune l’amore per la lettura e una visione altruistica della vita. La filosofia del bookcrossing è che il libro è il mezzo per trasmettere un’emozione e questa non smette di esistere quando il libro non c’è più”.
Il bookcrossing si basa su alcuni principi: passione per la lettura, disponibilità alla condivisione della cultura e libertà di iniziativa. Lo scaffale è accessibile ai soli dipendenti della Divisione Organizzazione, ma al terzo piano del Municipio sono certi che anche in altre realtà del Comune si svilupperanno delle spontanee biblioteche di bookcrossing fra colleghi. Che il contagio abbia inizio.