di Mauro Gentile
Qualche baracca, una roulotte e un paio di famiglie ancora accampate in uno spiazzo a qualche decina di metri dal fiume. Questo è quanto resta, dopo ventidue mesi di attività svolta attraverso il progetto La Città Possibile, della bidonville nata e cresciuta sulle sponde Stura e che, nel giro di qualche giorno, vedrà sparire anche le ultime tracce del vecchio insediamento.
I lavori per realizzare una pista ciclabile nell’area che per molti anni è stato campo nomade sono già iniziati, come hanno potuto constatare questo pomeriggio i consiglieri comunali della IV Commissione nel sopralluogo accompagnati dal vicesindaco Elide Tisi. Una fila di jersey lunga centinaia di metri segna adesso il confine tra la strada e la futura ciclabile e, soprattutto, sta a indicare che l’operazione di superamento del campo è avvenuta con successo e la città sta per riacquistare uno spazio per troppo tempo in stato di degrado.
A proposito del progetto La Città Possibile, il vicesindaco Tisi ha ricordato che erano circa 850 le persone presenti nel campo all’avvio dell’intervento e che di queste 617 hanno beneficiato dei cosiddetti “patti di emersione”, attraverso cui sono state offerte alle famiglie Rom soluzioni abitative migliori del campo, mentre sono stati 79 le persone che hanno fatto ritorno nel loro Paese d’origine con i rimpatri volontari assistiti.