di Mauro Marras
La grande hall d’ingresso al Museo dell’Automobile ha ospitato ieri sera la cerimonia di premiazione della Matita d’Oro, un riconoscimento giunto alla seconda edizione rivolto ai designer che hanno realizzato le più belle icone a quattro ruote. Spiritosamente presentata da Piero Chiambretti, la premiazione ha rivelato il volto e la personalità di alcuni dei grandi disegnatori di carrozzerie, e dato modo al pubblico di conoscere attraverso i racconti dei premiati aneddoti e tic di un mondo chiuso tra le mura di uno studio ma capace di aprire, attraverso la progettazione complice la cultura e la passione dei realizzatori, un universo creativo assai vasto, che chiama in causa l’architettura greca e la cultura giapponese, le mode americane e gli stili di vita europei. In particolare questo emerge nel ricordare Tom Tjaarda, autore di bellezze come la 124 Sport Spider e la Pantera De Tomaso, scomparso alcuni mesi fa e ricordato dalla giuria del premio con una Matita d’Oro ad memoriam, ritirata dalla moglie dalle mani del presidente del Museo, Benedetto Camerana.
La serata è stata anche l’occasione per salutare Rodolfo Gaffino Rossi, che dopo 18 anni lascia la direzione delle sale espositive di corso Unità d’Italia che, sotto la sua guida, si sono radicalmente trasformato in un moderno spazio culturale.
Il premio principale è andato al Ercole Spada, creatore di Giulia, Fulvia e Flaminia; anche James Bond correva su un’auto disegnata da lui. Altri grandi creativi della lamiera premiati, nella sezione “Disegno senza tempo,”, sono Leonardo Fioravanti, disegnatore di undici Ferrari, compreso un modello richiesto dall’Ingegnere da usare per recarsi alla Scala; Marcello Gandini (“mi ritengo ancora a inizio carriera”) inventore di Lancia Stratos e Lamborghini Miura; Giorgetto Giugiaro, inventore della Panda, Uno, Punto e Alfasud (e tante altre…).Tutti e tre nati nel ’38, quindi ottantenni ancora in forma. E, tranne Giugiaro, assolutamente contrari all’auto che si guida da sola. Come anche Aldo Brovarone, 91 anni, che ha consegnato i premi ai tre “ragazzi”, disegnatore della Dino e della lancia Gamma Coupè, che associa romanticamente il piacere della guida al rombo del motore a scoppio. E anche il motore elettrico finì così nell’angolo dei cattivi.
Foto cortesemente concesse da Vbs50.