di Mariella Continisio
“I miei genitori lavorano sodo. Io cerco di ripagarli prendendo bei voti a scuola”, “Quando qualcuno mi chiede perché una bambina deve andare a scuola, io gli rispondo: perché no!”, sono alcune riflessioni ad alta voce delle bambine e dei bambini che vivono nei Paesi poveri dell’Africa e dell’Asia coinvolti nei programmi di sviluppo dell’Unicef e presentati in alcuni video, questa mattina, alla Cavallerizza Reale dell’Università di Torino. Nella grande aula magna si è svolta la cerimonia di premiazione di 13 scuole di Torino e provincia, dall’infanzia alle superiori, che hanno partecipato lo scorso anno al progetto “Scuola Amica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti”, in occasione della celebrazione del settantesimo anniversario della sua istituzione. Nato l’11 dicembre del 1946 per aiutare i bimbi europei al termine della Seconda guerra mondiale, oggi il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia opera per la sopravvivenza, la protezione e lo sviluppo dei più piccoli e degli adolescenti in tutto il mondo. L’Italia è stata tra i Paesi europei che ha maggiormente beneficiato degli aiuti dell’Unicef nell’immediato dopoguerra.
Il progetto “Scuola amica” – nato dalla collaborazione tra Unicef Italia e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e inserito nel catalogo di attività educative “Crescere in Città” di Iter, assessorato all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Città di Torino – promuove la conoscenza e l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. In particolare il programma propone alle scuole percorsi per migliorare l’accoglienza e la qualità delle relazioni, per favorire l’inclusione delle diversità (di genere, religione, provenienza, lingua, opinione, cultura) e per promuovere la partecipazione degli alunni. Il progetto, inoltre, si inserisce nelle indicazioni del Miur per promuovere l’insegnamento alla cittadinanza, alla Costituzione, alla partecipazione e alla cultura della legalità che sono parte integrante dell’apprendimento.
Federica Patti, assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Città di Torino, si è rivolta ai bambini e ai ragazzi portando i saluti della sindaca Appendino. Ha poi sottolineato quanto “parlare di integrazione, inclusione e diritti sia fondamentale per stare bene a scuola”. “La Città di Torino – ha proseguito Patti – all’interno di Iter promuove questa proficua collaborazione con l’Unicef, che con il grande impegno degli insegnanti, ogni anno realizza numerosi percorsi di educazione alla cittadinanza”.
Dando il via alle premiazioni, un’insegnante in pensione, volontaria dell’Unicef si è rivolta alle classi presenti ricordando che: “Dovete avere la consapevolezza che siete importanti e preziosi e che attraverso questa consapevolezza e lo stimolo della conoscenza potrete superare il bosco dell’infanzia e dell’adolescenza senza avere paura del lupo e dell’orco”.
Alla cerimonia, inoltre, hanno partecipato Maria Costanza Trapanelli e Claudia Sella rispettivamente presidenti del Comitato provinciale di Torino, e del Comitato regionale Piemonte dell’Unicef, Franco Calcagno e Antonio Catania, dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale il primo e dell’Ufficio scolastico provinciale il secondo, oltre ai rappresentanti della Questura di Torino, dei Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e di Fiat 500 Club Italia.