Ieri l’apertura ufficiale

È dedicata ai giovani e ai lettori di tutte le età la XXIX edizione del Salone internazionale del libro, kermesse tra le più importanti in Europa, termometro annuale della produzione editoriale. “Una grande fabbrica della conoscenza” l’hanno definita Giovanna Milena ed Ernesto Ferrero, rispettivamente presidente e direttore editoriale della fiera, di fronte alle autorità, in primis il ministro per la cultura, Dario Franceschini, il sindaco e il presidente della Regione; una manifestazione  che richiamerà, insieme ad autori ed editori centinaia di migliaia di persone da oggi a lunedì.

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Ripensando criticamente alla nostra storia della civiltà, ha sottolineato Ferrero, la cinque giorni che si apre nei padiglioni del Lingotto consente di riflettere sulle idee che ci accompagneranno nel futuro, con il piacere di crescere culturalmente: “Tenere aperto il dialogo in questi tempi di crisi è una priorità assoluta”- ha detto.

salone_libro9Nel sottolineare come i nuovi connotati culturali di Torino abbiano contribuito alla costruzione di un tratto identitario aprezzato ormai in tutto il mondo, tanto che il New York Times ne definisce imperdibile la visita in questo 2016 – insieme ad altre 56 città di tutto il mondo – , il sindaco ha ripercorso la genesi del successo degli stand della manifestazione coniata da Guido Accornero e ha sottolineato come siano tante le iniziative patrocinate dal Comune durante l’anno a favore della lettura, da Portici di carta a Torino che legge, dalla presenza della Scuola Holden a Leggere da piccoli, al Salone off: “La nostra è la terra di Bodoni, della fondazione delle case editrici Utet ed Einaudi, un territorio fertile per le idee e soprattutto il tema forte della XXIX edizione di questo Salone, quello delle visioni è quanto mai attuale – ha detto il primo cittadino -. Abbiamo bisogno di idee per scommettere su un futuro migliore. Proprio in un momento in cui il mondo è attraversato dai drammi del terrorismo e della migrazioni, riflettere sulle visioni positive è quanto mai necessario. È così che si scrive il futuro. È proprio attraverso l’intuizione della città capitale di cultura, con musei accoglienti, che Torino ha saputo crearsi una nuova identità, divenendo una meta turistica molto ambita. Siamo stati visionari e abbiamo fatto bene!”