Un Report annuale per raccontare le politiche del cibo

Il nuovo “Torino Food Metrics Report”, ovvero il terzo appuntamento con il bilancio sul cibo della Città, è stato pubblicato sulle pagine di Torino Vivibile, il portale che riporta le principali notizie attinenti in tema di politiche ambientali.

Il cibo è al centro delle politiche della Città di Torino, dalla gestione di servizi pubblici come la ristorazione scolastica e i mercati, fino a progetti strategici con partnership ed eventi di rilevanza nazionale e internazionale, spesso accompagnati tramite la creazione di living lab innovativi. Un tema così strategico che la Città, per prima in Italia, lo ha inserito addirittura all’interno del suo Statuto. Sempre su questo fronte, Torino è tra le 240 metropoli firmatarie del Milan Urban Food Policy Pact, un patto internazionale con l’obiettivo di coniugare il diritto al cibo con il tema della sostenibilità ambientale e ha di recente approvato la Guida per una Politica del Cibo della Città di Torino.

Il nuovo “Torino Food Metrics Report”, documento realizzato dall’Assessorato Transizione Ecologica e Digitale, Innovazione, Mobilità e Trasporti con il coordinamento del Dipartimento Ambiente e Transizione Ecologica, che da quest’anno si propone di uscire con cadenza annuale,  si compone di 111 indicatori articolati in 10 sezioni tematiche (novità di questa edizione quella dedicata ai consumi alimentari), cui si aggiunge un approfondimento dedicato alle azioni nel quartiere di Mirafiori Sud. Per ogni sezione gli indicatori sono  commentati e rappresentati graficamente, anche in comparazione con i dati relativi agli anni precedenti.

Un’analisi di dati, progetti e buone pratiche che si propone di diventare uno strumento collettivo verso il 2030, anno entro la quale la Città si è impegnata a ridurre le emissioni di energia.

Cosa dice il Report in breve

Offerta alimentare: la dimensione dei mercati alimentari di Torino è molto variabile, si va dall’enorme mercato di Porta Palazzo ad altre realtà molto più piccole con 2 o 6 posteggi giornalieri. Nonostante i dati indichino una massiccia presenza di banchi destinati alla vendita di prodotti alimentari, sono visibili alcune flessioni, come quella riferita al totale dei posteggi destinati sia ai banchi di ortofrutta, passati da 5639 nel 2015 a 5215 nel 2022, sia alla vendita diretta da parte dei produttori, che passano nello stesso intervallo da 1910 a 1794 (dati settimanali).

Industria di trasformazione: qui tra i tanti indici e informazioni presenti nel report un’osservazione va fatta riguardo le tipologie merceologiche, per cui si può notare come la principale industria alimentare su Torino rimane quella dei prodotti da forno, con un lieve incremento di aziende produttrici che passano da 551 a 654; molto maggiore è in percentuale la crescita nella produzione di tè e caffè, con le aziende che aumentano da 25 a 84, in controtendenza rispetto al sensibile decremento registrato invece nel settore della produzione di carne e insaccati, che diminuiscono da 27 a 86.

Agricoltura urbana: intesa come attività che avviene all’interno o ai margini della città, comprendente una varietà di tipologie che vanno dalla produzione e trasformazione di sussistenza a livello familiare fino all’agricoltura orientata al commercio, negli ultimi anni sta assumendo un ruolo chiave nella riqualificazione degli spazi urbani, migliorando in modo significativo il paesaggio cittadino e contribuendo in maniera positiva alla vita sociale delle comunità. I dati qui ci mostrano che sul territorio urbano di Torino risultano al momento attivi 22 orti associativi e 7 orti circoscrizionali, che la superficie destinata a orticoltura è di a 148.594 mq e che molto importante risulta, soprattutto a livello sociale, la presenza di associazioni del terzo settore e di numerosi altri attori che la sostengono.

Povertà alimentare:  qui il quadro nella città di Torino viene ricostruito sia con i dati sui buoni spesa e quelli forniti dal Banco Alimentare del Piemonte Onlus e dalla rete Torino Solidale, sia attraverso indagini di tipo qualitativo. Il Banco alimentare ci dice che a Torino sono 187 le strutture caritatevoli che hanno ricevuto complessivamente 3.296.030 Kg di eccedenze alimentari, con un aumento del 3% rispetto l’anno precedente, a beneficio di 40,673 persone assistite, con un lieve aumento anche qui rispetto alle 39.670 registrate nel 2021. Per quanto concerne la provenienza del cibo distribuito, i dati mostrano il netto calo dei prodotti AGEA in corrispondenza degli anni di transizione da una programmazione comunitaria all’altra (dal PEAD al FEAD), così come al tempo stesso rivelano la crescita di quella corrispondente al programma Siticibo e alla GDO, anche in relazione agli incentivi legati ai provvedimenti più recenti quali la Legge Gadda e alle strette interazioni fra strutture come il Banco Alimentare e la GDO. Lievemente in calo il contributo delle industrie e delle collette alimentari.

Oltre ai dati, tra il 2021 e il 2022 il gruppo di ricerca dell’Atlante del Cibo-Unito ha condotto una ricerca qualitativa con l’obiettivo proprio di indagare il fenomeno della povertà alimentare a Torino, concentrandosi sulle dimensioni, le forme e le dinamiche che questa condizione assume nella città. L’indagine, condotta su un campione di oltre 200 beneficiari delle principali 20 associazioni di solidarietà/assistenza alimentare, ha portato ad affermare che il 70% di chi ha risposto al questionario, ossia delle persone fisicamente presenti al ritiro del pacco alimentare, è una donna, a dimostrazione della femminilizzazione delle relazioni di aiuto, che l’età media del campione è 44 anni e che la metà delle persone intervistate proviene da un paese extra-UE. Inoltre il 20% del campione possiede una laurea e circa 1/3 lavora, a dimostrazione che livello di istruzione e occupazione risultano fattori sempre più deboli in ottica di protezione dalla condizione di povertà. In rapporto invece alla tematica salute, circa il 25% del campione ha dichiarato di soffrire di patologie che limitano le attività quotidiane e il 34% di questo avrebbe bisogno di seguire una dieta specifica per la propria condizione fisica; tuttavia quasi il 70% di queste persone trova difficile seguire una dieta adeguata a causa delle scarse risorse di natura economica. Il questionario infine ricostruisce anche le preoccupazioni, lo stress e il senso di vergogna e sacrificio vissuto quotidianamente, ma nonostante questo la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di trovare comunque un momento di soddisfazione e tranquillità durante il consumo dei pasti.

 

Acquisti pubblici, rapporto tra cibo e salute, formazione e ricerca, turismo ed enogastronomia e consumi alimentari sono le altre tematiche affrontate e approfondite dal report, disponibile all’indirizzo https://www.torinovivibile.it/aree-tematiche/torino-food-metrics-report/

 

Christian Ruggeri