Natale al Teatro Regio con il Don Chisciotte del Balletto di Kiev

Un vero e proprio tuffo nel cuore della Spagna, dal 22 al 31 dicembre, con il Don Chisciotte interpretato per il Teatro Regio di Torino dal Balletto di Kiev, nella versione di Marius Petipa sulle musiche di Ludwig Minkus, adattata da Viktor Lytvynov.

L’amore tra Kitri e Basilio è ostacolato dal padre della ragazza, che la vorrebbe sposa del facoltoso Gamache. La loro fuga d’amore è accompagnata da Don Chisciotte e dal suo fedele Sancho Panza e proprio grazie al loro intervento i due giovani potranno convolare a nozze. Sullo sfondo di questa semplice trama, si susseguono passi a due, numeri solistici e danze popolari, molte delle quali ispirate al folklore iberico.

Un allestimento dai colori mediterranei, che attraverso le scene e i costumi di Vladimir Arefiev farà vivere al pubblico le atmosfere del mercato e della piazza di Barcellona, di un accampamento gitano e della taverna. Qui sarà inscenata la morte di Basilio, tranello che convincerà il padre di Kitri ad acconsentire alle nozze. Tutto lo spettacolo è contraddistinto da una piacevole leggerezza, comprese le folli gesta di Don Chisciotte, che potrà mostrare il suo coraggio combattendo contro i mulini a vento e incontrare, nel giardino incantato frutto dei suoi sogni, l’amata Dulcinea, impersonata dalla prima ballerina del Teatro, Natalia Matsak. A lei è affidato anche il virtuosistico ruolo di Kitri, alternandosi con Olesia Shaytanova. Basilio sarà interpretato da Sergej Kryvokon e Jan Vana; Don Chisciotte e Sancho Panza saranno rispettivamente Sergej Kryvokon e Oleksii Shvydkyi. A dirigere l’Orchestra del Teatro Regio sarà Viktor Olinik.

Il Balletto del Teatro di Kiev vanta 150 danzatori e dal 2022 è guidato dal direttore artistico Nobuhiro Terada, nato in Giappone e diplomato al Kyiv Choreographic College, per molti anni solista della Compagnia e fondatore del Concorso Internazionale di Balletto Grand Prix Kyiv.

Mercoledì 20 dicembre alle ore 18 il balletto sarà presentato al pubblico dalla giornalista e storica della danza Elisa Guzzo Vaccarino, nel corso di un incontro al Piccolo Regio Puccini.