A Torino la storia dell’agricoltura in Accademia

di Gino Strippoli

Non tutti sanno che a Torino esiste l’Accademia di Agricoltura , una volta denominata “Reale”, ospitata in palazzo edificato nell’ultimo  quarto dell’Ottocento, in via Andrea Doria 10. Il palazzo presenta un apparato decorativo coevo alle fasi della sua costruzione, così come  testimoniato dagli affreschi della volta  della Sala delle Adunanze dipinta  da Rodolfo e Luigi Morgari nel 1883 e dagli intarsi del pavimento della manifattura di Gabriele Capello, detto il Moncalvo.

Questa mattina  la V Commissione consiliare della Città , presieduta da Luca Cassiani, ha fatto visita all’Accademia che conserva  una biblioteca  ricca di circa 6 mila volumi. Gli argomenti trattati spaziano dalle scienze agrarie e naturali alla veterinaria, all’economia, alla giurisprudenza, alla meccanica agraria. I libri antichi sono circa  500 di cui otto cinquecentine. Tra i documenti importanti è conservata  anche una lettera di Cavour. All’interno del museo si trova anche  una piccola ma affascinante esposizione di frutti di cera, opera di Francesco Garnier Valletti che conserva immutata nel tempo la sua aristocratica fattura. Oltre alle riproduzioni plastiche, l’Accademia conserva un’ampia  raccolta di disegni dello stesso Garnier Valletti.

L’esposizione delle collezioni propone anche un excursus che abbraccia altre branche della scienza, come l’ottica e la mineralogia. Nelle teche è possibile  ammirare alcuni esemplari originali di microscopi bacologici dell’Ottocento utilizzati per lo studio dei bachi sa seta. Inoltre i visitatori possono vedere  quel che resta  di una gloriosa collezione di minerali, appartenuta a Matteo Bonafous per la maggior parte dispersa a causa dell’ultima guerra. “Il valore dell’Accademia – ha ricordato Cassiani – va ricercata soprattutto sul valore  delle sue raccolte che consentono una documentata lettura delle vicende evolutive dell’agricoltura piemontese dall’origine dell’istituzione datata 24 maggio 1785”.

Lo scopo dell’Accademia sono dichiarati nel primo Statuto: ‘promuovere a pubblico vantaggio la coltivazione dei terreni situati principalmente nei felici domini di S.M., secondo le regole opportune e convenevoli alla loro diversa natura’.Si trattava cioè di risolvere, ottenendone anche vantaggi economici, i problemi della produzione agricola e dell’occupazione secondo i concetti illuministici e fisiocratici di quel periodo.

L’accademia è aperta  dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 con visita previa prenotazione telefonica ( 011 – 812 74 70).