Intervista a Giulia Gatto Monticone, tennista di talento

di Silvia Bruno in collaborazione con la redazione di Torino Click

Al telefono la voce di Giulia Gatto Monticone è chiara e rilassata. La raggiungiamo dopo l’esordio nell’ottava edizione del Trofeo ITF femminile Ma.Bo., in corso al Circolo Nord Tennis di Torino, dove ha vinto 6/0 – 2/0 sulla georgiana Sofia Kvatsabaia, che si è ritirata.

agattoLa 27enne atleta torinese è attualmente la numero 268 nel ranking mondiale, dopo aver raggiunto lo scorso anno la posizione 214 nel singolo e 222 nel doppio. Ma il sogno è quello di raggiungere il gotha delle Top 100.

Questo torneo è iniziato bene per te e nonostante il gran caldo.

“Sì la Kvatsabaia non stava bene e sicuramente il caldo non ha aiutato, è difficilissimo giocare in queste condizioni, c’è troppa umidità e la concentrazione ne risente”.

Al Ma.Bo., come al torneo di Beinasco, giochi “in casa”: questo fatto ti dà una carica in più?

“Certo, ma soprattutto mi piace l’idea di poter essere a casa con la mia famiglia alla sera, dato che sono sempre fuori. È una fortuna avere questi tornei, due occasioni ogni anno per fermarsi un po’”.

Infatti il 4 luglio hai finito un torneo in Polonia e ora sei al Ma.Bo.: è sempre così intensa la vita di una tennista professionista? Fra allenamenti e tornei riesci a dedicarti del tempo libero?

“In genere ogni settimana c’è un torneo, il tempo libero è davvero poco e spesso vuol dire solo rilassarsi in hotel e, se si è in posti particolari all’estero, fare qualche passeggiata. Il vero riposo e il posto migliore è a casa, può durare al massimo due giorni perché poi bisogna ricominciare, non si può stare troppo senza allenarsi”.

Quando hai iniziato a giocare a tennis e da quanto sei nel circuito internazionale?

“Ho cominciato molto piccola, a 4 anni. Davanti a casa mia a Castiglione c’era la Polisportiva Pedaggio, vedevo i campi dalla finestra. In casa tutti giocavamo a tennis, ma solo io ho continuato perché mi piaceva troppo. Poi dai 17-18 anni ho iniziato a fare i tornei, anche all’estero, accompagnata solo dagli allenatori”.

Per la tua carriera hai rinunciato a qualcosa che invidi ai tuoi coetanei?

“La mia famiglia ha sempre messo la scuola davanti a tutto, quindi ho fatto studi regolari, solo ad esempio non andavo alle gite perché approfittavo di quei giorni per allenarmi. Crescendo questa scelta ha iniziato a pesarmi un po’. Stai poco a casa e quindi coltivare le amicizie diventa difficile, è indubbio che ci siano delle rinunce, ma se vuoi giocare a certi livelli è inevitabile”.

Hai una giocatrice o un giocatore, del presente o del passato, a cui ti ispiri?

“Da piccola mi piacevano Marcelo Rios e Kimiko Date, che è stata la numero 4 al mondo e ho anche avuto la fortuna di conoscerla. Ora mi piace Federer perché mi piace il bel tennis, ma non posso dire di ispirarmi a lui perché il confronto è impossibile”.

Entrare nelle prime 100 tenniste al mondo è un obiettivo o un sogno?

“Sono quelle cose che si dicono, è difficile, ma non si sa mai. Forse preferirei fare tornei un po’ più alti come montepremi, un obiettivo più fattibile potrebbe essere invece giocare tutti gli Slam”.

Come vedi il tennis femminile in Italia?

“Ci sono tante ragazze che giocano ma ogni anno il livello aumenta, per cui emergere diventa sempre più difficile. Non saprei fare nomi di chi magari emergerà quest’anno, ma i numeri ci sono”.

Quali sono ora i tuoi prossimi impegni?

“La settimana prossima ho un torneo in Repubblica Ceca, poi una piccola pausa e l’ultima settimana di luglio sarò a Roma. Il tennis non si ferma mai”.