“Mettiti nei miei panni”. L’odissea di chi è straniero

di Gianni Ferrero

Mettiti nei panni di Benjamin, Irina, Fatima e Zhang e tieni d’occhio i soldi che hai in tasca e i punti che rappresentano il tuo benessere piscologico e fisico. Se anche uno solo dei due parametri scende sotto lo zero, hai perso”. In occasione della XI Settimana d’Azione contro il Razzismo l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ha prodotto un utile strumento interattivo a difesa delle differenze che consente di calarsi nei panni di quattro stranieri e comprenderne le difficoltà.

E’ un percorso di riflessione sulla ricchezza che l’incontro e il dialogo interculturale sviluppano e incrementano. Le storie sono ispirate a personaggi di fantasia, ma basate su dati statistici di fatti reali che accadono agli oltre 5 milioni di immigrati che vivono in Italia.  Non poche narrazioni sono un colpo allo stomaco apprendendo delle difficoltà, delle speranze, molte delle quali deluse in cui si imbatte chi approda nel nostro Paese: “Ho 25 anni e vengo dalla Nigeria – racconta per esempio l’avatar di Benjamin -. Sono arrivato in Italia per lavorare in una piccola impresa che purtroppo ha chiuso. Io e i miei colleghi siamo rimasti senza lavoro, ma rispetto a loro ho un problema in più: senza un’assunzione in regola non potrò rinnovare il permesso di soggiorno e diventerò un clandestino. Così sono venuto in una grande città, sperando di trovare un lavoro che mi permetta di mettermi in regola. Vuoi provare a vivere nei miei panni. Farò il manovale, il lavapiatti o il facchino?

Cliccando sull’interfaccia “Nei miei Panni” (http://giocaneimieipanni.itl) si viene invitati a vivere la vita dei protagonisti stranieri per un mese in Italia con un budget limitato, prendendo così coscienza delle difficoltà affrontate da chi generalmente migra nel nostro Paese. E ‘ un ‘gioco’ rivolto anche agli studenti. Durante tutta questa settimana sono infatti previste iniziative nel mondo della scuola, delle università, dello sport, della cultura con l’obiettivo di coinvolgere l’opinione pubblica sui valori del dialogo interculturale e di sottolineare e promuovere la ricchezza derivante da una società multietnica, aperta ed inclusiva.  Scorrendo le numerose pagine interattive si colgono notizie sui percorsi d’inclusione, ma anche storie di esclusioni. Due ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ad esempio, si sono finti stranieri per cercare un’abitazione in affitto. Così facendo, un proprietario su cinque si è rifiutato di affittargli casa.

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