La sharing economy, opportunità per la PA

di Ezio Verna

La riunione della terza Commissione consiliare è stata dedicata ad un’illustrazione delle caratteristiche della sharing economy, l’economia della condivisione, svolta da Lorenzo Brambille e Marta Maineri di Collaboriamo, blog e sito interamente dedicati alla condivisione, alle sue potenzialità, alle iniziative ed alle varie specificità di settore. Particolare attenzione è stata posta alle opportunità per la Pubblica amministrazione.

Per sharing economy si intende la possibilità di scambiare e riutilizzare risorse, beni, servizi, tempi promuovendo la condivisione e lo scambio in alternativa all’acquisto. I benefici che porta con sé sono economici per i risparmi che comporta, ambientali per il minore impatto sull’ambiente grazie alla minore diffusione di prodotti, al riuso ed al consumo sostenibile e sociali, poiché la scelta della condivisione porta con sé la nascita di nuovi rapporti tra le persone e tra i gruppi di persone che aderiscono a questa modalità conoscendosi e scambiando.

Tra gli esempi più semplici e diffusi la condivisione di auto e altri mezzi di trasporto (biciclette, veicoli commerciali ed altri), case e locali, ma molte sono le piattaforme che propongono lo scambio di altri prodotti e servizi, dalla riduzione degli sprechi in campo alimentare alle banche del tempo, dai volontari che forniscono aiuto agli anziani a “social street”, con vie e quartieri dove i cittadini collaborano conoscendosi ed aiutandosi nelle incombenze quotidiane. Sostanziale nella promozione e gestione di queste iniziative è il ruolo di comunicazione dei social network.

Il compito suggerito dai relatori alle Pubbliche amministrazioni, sulla scorta di esempi europei e mondiali, è avviare una sistematizzazione delle iniziative che vanno in direzione dell’economia della condivisione, rendendo più organiche quelle finora avviate: tutto ciò anche nella logica strategica della smartcity.

Compito delle istituzioni è quindi promuovere la diffusione di queste buone pratiche mettendo in campo risorse per favorire il processo e la nascita di iniziative e piattaforme e start up, fornendo momenti di formazione e di approfondimento, mettendo a disposizione spazi fisici e riducendo il digital divide che limita le possibilità di accesso alle tecnologie di comunicazione degli elementi più deboli e poveri della popolazione. Tra i casi citati Seoul, probabilmente la città più avanzata al mondo in materia di share economy, e Milano che ha deliberato e lanciato “Sharexpo, Milano città condivisa per Expo2015”.  Di qui qualche possibile suggerimento anche alla nostra città.