Rete Ready: la Pa contro la discriminazione di genere

di Mauro Marras

Si terrà a Torino il 19 e il 20 ottobre prossimi l’incontro nazionale della rete Re.a.dy, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, nata nel 2006. La rete si incontra a distanza di tre anni dall’ultima assemblea nella sala Bobbio della Curia Maxima, in via Corte d’Appello 16.

Re.a.dy. è passata da circa 20 aderenti, a fine 2011, a 120 Amministrazioni partner registrate al 2017. Numeri che indicano una crescita della sensibilità, ma anche la necessità di scambiare buone pratiche, in un quadro socioculturale e normativo in costante evoluzione. Saranno presenti gli assessori al Diritti della Città di Torino, Marco Giusta, e alle pari opportunità della Regione Piemonte, Monica Cerutti che seguiranno a più riprese l’andamento dei lavori. Oltre a Torino, infatti, anche la Regione fa parte della rete.

I contenuti dell’incontro

La prima parte dell’incontro, il pomeriggio del 19 ottobre, sarà dedicata alla definizione di proposte operative condivise, affinché la rete, oggi più grande rispetto al passato, possa proseguire con concretezza la propria azione ed accrescere la propria efficacia sui territori.

Re.a.dy., infatti, non è soltanto un luogo di confronti e di scambio tra Amministrazioni ma svolge alcune azioni importanti di raccordo con istituzioni nazionali ed europee, come il Miur, l’Istat e l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (Fra). Ha promosso, inoltre, una collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, cooperando, come uno degli strumenti di governance, per l’attuazione di percorsi formativi apicali per le PA e di informazione e documentazione web per la cittadinanza, nell’ambito della Strategia nazionale Lgbt 2013-2015 promossa dal Dpo attraverso l’Unar (Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali, progetto Unar – Ready)

La giornata del 20 ottobre affronterà i temi del contrasto al bullismo che colpisce gli adolescenti a causa dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere in tutte le situazioni di vita, dalla famiglia, alla scuola, ai social network. Si parlerà anche del rafforzamento del lavoro di rete tra istituzioni e terzo settore, della comunicazione pubblica e della formazione del personale chiamato ad occuparsi di servizi che devono rivedere le proprie modalità di erogazione per essere più inclusivi nei confronti di tutte le differenze sociali e di genere.

Sempre nella giornata del 20 ottobre, a partire dalle ore 14, nel corso di un intervento pubblico a inviti, si comunicheranno i risultati dell’incontro e la formatrice Valeria Roberti presenterà gi esiti della ricerca Be Proud! Speak Out! sul benessere di giovani gay, lesbiche, bisessuali e trans nelle scuole italiane; a seguire, interverrà la sociologa Graziella Priulla, ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania, che parlerà di stereotipi sessisti e linguaggio dell’odio.

Lo “Spirit Day”

Il 20 ottobre, in tutto il mondo, si celebra lo Spirit Day, giornata dedicata alle giovani vittime del bullismo e del cyberbullismo omofobico e transfobico. Il colore viola ne è il simbolo: nella bandiera arcobaleno che affianca tutte le lotte lgbt nel mondo, questo colore rappresenta lo spirito (secondo le intenzioni di Gilbert Baker, ideatore del vessillo).

Le politiche di genere a Torino

La Città di Torino, che ha fondato insieme a Roma la rete e la coordina, è all’avanguardia in Italia nelle iniziative a favore dell’integrazione e nelle politiche di genere. Il 13 febbraio 2001, accogliendo la sollecitazione delle associazioni omosessuali e transessuali cittadine riunite nel Coordinamento Gay Lesbiche e Transessuali di Torino,oggi Coordinamento Torino Pride, istituì il Servizio per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere,  in breve il Servizio Lgbt. Il suo scopo è conoscere le condizioni di vita delle persone omosessuali e transessuali, analizzare la percezione sociale dell’omosessualità e della transessualità, per impostare azioni di sensibilizzazione e cambiamento culturale; vincere i pregiudizi, cogliere situazioni di discriminazione sul piano normativo e legislativo, informare e sensibilizzare. Un’attività che in questi sedici anni si è concretizzata in corsi di formazione per il personale dell’Amministrazione cittadina e in numerose iniziative informative e formative di contrasto all’omofobia e alla transfobia rivolte alla cittadinanza, ai giovani e alle scuole.

(si ringrazia per la collaborazione il servizio Lgbt della Città di Torino)