Antonia Arslan ricorda il genocidio armeno

di Mauro Marras

Cancellare un intero gruppo di individui, attraverso la degradazione, l’internamento, l’eliminazione fisica, sino alla cancellazione della loro memoria nei territori che abitavano. Il termine genocidio è un termine nato soltanto nel 1944, ad opera di un avvocato polacco, Raphael Lemkin, per definire i (primi, altri ne verranno dopo) massacri di massa del Novecento: il genocidio armeno e il genocidio degli ebrei. Lemkin lo definì “l’insieme di azioni progettate e coordinate per la distruzione degli aspetti essenziali della vita di determinati gruppi etnici, allo scopo di annientare i gruppi stessi”.

Antonia Arslan è una scrittrice italiana, vive a Padova, ma è di origine armena. Alcuni anni fa pubblicò il volume “La masseria delle allodole”, che ha riscosso nel tempo un grande successo – è in corso la traduzione in finlandese – nel quale ricostruì le vicende del 1915, quando ad opera dei “Giovani turchi” al potere nella neonata nazione anatolica cominciò il grande massacro degli armeni: oltre 1 milione e mezzo di persone uccise, a migliaia in diaspora verso l’Europa. Il massacro proseguì fino al 1923. Un racconto storico visto attraverso il percorso della famiglia dell’autrice, che venne quasi del tutto sterminata.

Oggi Antonia Arslan è giunta alla Piazza dei Mestieri invitata in occasione di una serie di appuntamenti che riportano al centro dell’attenzione quei tragici fatti, per non dimenticarli e contrastare chi vorrebbe ricacciarli nell’oblio. Ha parlato rivolta ad un gruppo di studenti delle superiori, sollecitandoli a conoscere meglio quei fatti per evitare che qualcuno possa riproporli e giustificarli, o negarli.

Per la Città di Torino è intervenuto il consigliere Silvio Magliano, in rappresentanza dell’Amministrazione. Il giornalista Alberto Riccadonna ha moderato l’incontro. Al termine è stato proiettato il film dei fratelli Taviani tratto dal volume della Arslan.

Il programma degli eventi organizzati dalla Piazza dei Mestieri e dall’Associazione Solidale (As.So) è qui.