Il Piemonte dell’alimentare e delle bevande punta al Medio Oriente

di Michele Chicco

Food DubaiSono  9 le imprese piemontesi che dal 21 al 25 febbraio espongono al Gulfood di Dubai, il più grande salone specializzato in Medio Oriente per l’industria alimentare e delle bevande.

Gulfood, che registra ogni anno un costante aumento di visitatori provenienti dai Paesi del Golfo e dall’area dell’Oceano Indiano, rappresenta un appuntamento ambito, con 4.800 espositori provenienti da 120 Paesi.

Per l’azienda che partecipa inoltre, è importante possedere la certificazione halal (che in arabo significa “lecito”) che attesta che i prodotti, nei settori agroalimentare, cosmetico, sanitario, farmaceutico, finanziario e assicurativo, siano conformi alla dottrina islamica. Nel settore alimentare, la certificazione Halal garantisce che i cibi siano preparati secondo le regole della sharia, oltre a essere conformi alle normative italiane ed europee in tema di igiene e sicurezza. Per esempio la carne, esclusa quella di maiale che è proibita, va macellata secondo un preciso rituale e le bevande non devono contenere alcol.

La presenza regionale è gestita dal Centro per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte), di cui la Città di Torino è tra i soci  e  con l’assistenza tecnica del Centro Estero Alpi del Mare (CEAM)

Complessivamente gli Emirati importano circa il 90% di prodotti alimentari, alimenti finiti e ingredienti e rappresentano quindi un Paese particolarmente interessante per le imprese italiane del settore, anche perché i prodotti italiani sono riconosciuti e apprezzati per l’alto livello qualitativo. Il sistema di distribuzione e di vendita, inoltre, è ben organizzato: importatori e produttori vendono direttamente ai negozi al dettaglio. Nell’ultima decade è proprio l’alimentare al dettaglio ad aver sperimentato una crescita senza precedenti arrivando a toccare un valore annuale intorno ai 2,7 miliardi di dollari. La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3,600 dollari annuali.