“Vivere, non vivacchiare”, l’esortazione ai giovani di papa Francesco

Piazza Vittorio Veneto è tornata a riempirsi, per la seconda volta oggi, dopo la messa concelebrata dal Pontefice questa mattina. In una giornata di sole che ha visto migliaia di persone, non solo fedeli, giunti da ogni angolo del Piemonte assieparsi in riva al Po per ascoltare direttamente da Papa Francesco parole che valicano il messaggio strettamente religioso e toccano temi universali come la necessità di un riequilibrio economico, il sostentamento alle persone più povere, il rispetto della dignità umana. Testimonianze ripetute in più occasioni in questa festa torinese della cristianità, fin dall’incontro alle 8,40 con imprenditori e lavoratori davanti a Palazzo Reale, all’evidenza del pranzo domenicale in Arcivescovado con ragazzi ristretti al Ferrante Aporti e Rom e nel primo pomeriggio e con la visita a Valdocco, tra la concretezza salesiana, fermandosi a rendere omaggio alla tomba di Giovanni Bosco, un prete precursore della solidarietà sociale, nato due secoli fa, che scommetteva sul futuro degli “ultimi”, educando ragazzi che non avevano un tetto, un avvenire. E adesso l’incontro in piazza con una foltissima rappresentanza delle nuove generazioni. Sono infatti oltre 50 mila i giovani festanti che hanno atteso la vettura panoramica con a bordo il papa argentino d’origine piemontese, eletto dal conclave dei vescovi il 13 marzo 2013, “scelto all’altro capo del mondo” e  pronto a salire sul palco per ascoltare le suggestioni dell’animatore di un oratorio, una ragazza dell’Azione cattolica e le testimonianze di una maturanda affetta da disabilità, quelle di un ragazzo che frequenta il Politecnico e di una giovane in cerca d’occupazione. Le domande hanno riguardato il senso profondo dell’amore di Dio, le prospettive occupazionali e il sentimento dell’amicizia. Papa Bergoglio ancora una volta ha dato una risposta di respiro universale: “La grandezza dell’amore si rivela nel prendersi cura di chi ha bisogno con fedeltà e pazienza. Per cui è grande nell’amore chi sa farsi piccolo per gli altri. Amare è farsi prossimo”. E poi un’iniezione di ottimismo: “Solo impegnando la vita creiamo per gli altri e per noi le condizioni di una fiducia nuova nel futuro. Un modello di audacia evangelica è stato il beato Piergiorgio Frassati. Il suo motto era “vivere, non vivacchiare”.  Per finire la consapevolezza del Pontefice di rivolgersi ai giovani in uno spazio consacrato alla movida: “Pensate nel tempo libero, nello svago che siete dei piccoli tralci attaccati alla vite che è Gesù. Sentirete scorrere in voi una nuova linfa. Saprete essere coraggiosi, capaci, umili, capaci di condividere ma anche di differenziarvi, di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange. Saprete voler bene a chi non vi vuole bene, rispondere al male con il bene”.  Ad accogliere Francesco era stata la voce di Alessandra Amoroso che ha intonato “l’amore più grande”, che è il motto dell’Ostensione della Sindone 2015 e che si richiama direttamente alle parole di Gesù: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”, nel Vangelo di Giovanni.