Resistenza. Il Sigillo Civico a otto ex consiglieri partigiani

di Piera Villata e Gianni Ferrero

3Una Sala Rossa gremita, attenta e commossa ha preso parte questa mattina alla cerimonia aperta dal presidente Giovanni Porcino per il conferimento del sigillo civico a 8 consiglieri emeriti, che settant’anni fa parteciparono alla Liberazione. La gratitudine corale si è tradotta nelle parole affettuose pronunciate nei confronti di Giovanni Alasia, Sante Bajardi, Gastone Cottino, Achille Galvagno, Giulio Poli, Filiberto Rossi, Bruno Segre e Renato Valente da Giancarlo Quagliotti, presidente del sodalizio che lega gli ex consiglieri torinesi e dallo storico Aldo Agosti.

E proprio al professor Agosti, docente di storia contemporanea all’Università e figlio del Questore della Torino liberata, è toccato il compito di tratteggiare quei mesi dell’insurrezione, dopo il 25 luglio ’43 e parlare dei tanti giovani – molti dei quali caduti – che nell’imprevedibilità degli eventi avevano imboccato istintivamente la strada della ribellione, senza rispondere all’ultimatum di Graziani che imponeva loro l’arruolamento nell’esercito, scegliendo le file partigiane.

L’onorificenza è stata conferita ricordando anche i cento consiglieri comunali che parteciparono attivamente a quelle giornate chi sacrificando la vita, chi finendo internato. E quelle pagine di storia della Resistenza scritte pagando un prezzo elevatissimo, hanno consegnato il nostro Paese alla democrazia incorporando quei nobili valori nella Costituzione e facendo dell’Italia una comunità libera: “L’incontro di oggi – ha spiegato il sindaco Fasssino- è stato promosso per celebrare un capitolo importante della storia della nostra città e del Paese e sottolineare, nell’ anniversario del 25 aprile, trascorso da pochi giorni, il ricordo della scelta inequivocabile degli italiani di abbattere per sempre la tracotanza del totalitarismo e riconquistare i diritti civili negati dal fascismo”.

Il sindaco, inoltre, ha inteso sottolineare – citando la testimonianza di Giorgio Bocca – come la Resistenza in Piemonte sia stata compiutamente una lotta unitaria che ha accomunato rappresentanti di tutte le espressioni politiche, da quelle di ispirazione socialista a quelle liberali, dai cattolici ai comunisti, e rendere omaggio ai protagonisti di una stagione a rischio oblio, per via del normale corso del tempo: ”E’ un’azione altamente formativa per le generazioni più giovani che non hanno conosciuto quegli eventi, ma anche per le persone più mature, che a volte hanno scordato la tristezza e la crudeltà di quelle giornate. Per usare un’espressione dello storico Jacques Le Goff non proporre una conoscenza della storia che risalga a periodi essenziali, significa fare di questi cittadini degli orfani del passato. Abbiamo dunque il dovere di riflettere, del sacrificio di un’intera generazione che si ribellò al nazifascismo e trasferirne la conoscenza, perché soltanto trasmettendo memoria possiamo evitare che ciò che è accaduto possa ripetersi”.

L’integrazione europea ha stemperato bellicosità e incomprensioni.  Ma nonostante la storia abbia conosciuto guerre, stermini (6 milioni le vittime ebree, 660 a Torino), genocidi, c’è sempre il rischio che quello che è accaduto possa ripetersi. Lo dimostrano le diverse crisi in atto in questi mesi e il fatto che vent’anni fa si consumava una guerra civile in Jugoslavia ( il 12 luglio prossimo l’Europa ricorderà il massacro del luglio 1995 di Srebrenica) deve indurre a mantenere alta la guardia, ha detto il sindaco: “La diffusione delle cronache di quelle giornate sanguinose di 70 anni fa è utile oggi per far maturare la consapevolezza che la libertà di cui godiamo non ci è stata regalata. Ma è stata una conquista, il frutto di una ribellione di gente semplice che ha combattuto e messo a repentaglio la propria vita. Siamo diventati un Paese libero e democratico nel quale ogni uomo e ogni donna può affermare le proprie convinzioni, esprimere le proprie opinioni e assecondare le aspirazioni senza timori. Non si deve abbassare mai la guardia. L’antisemitismo e la xenofobia sono tossine in agguato che, in un Paese ormai multiculturale, potrebbero essere pericolose”.