70esimo della Liberazione, stasera la fiaccolata. L’intervista a Maria Grazia Sestero

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Questa sera alle 20.30 la Fiaccolata in ricordo della Liberazione partirà da piazza Arbarello. Il corteo si snoderà per le vie Pietro Micca e Cernaia fino ad arrivare in piazza Castello. Qui, alla presenza del Gonfalone della Città di Torino e della Banda Musicale del Corpo di Polizia Municipale parleranno Ezio Montalenti, Presidente regionale dell’ANPI, Nino Boeti, Vicepresidente Consiglio Regionale e Marisa Ombra, vice Presidente nazionale dell’ANPI . 

In occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla Liberazione abbiamo rivolto qualche domanda a Maria Grazia Sestero, vice presidente vicario dell’ANPI provinciale. 

Che cosa sopravvive della Resistenza? 

Per molti, in particolare tra gli studenti che nella scuola hanno l’opportunità di approfondire, la Resistenza continua ad essere una storia che confina con la propria vita, una vicenda non lontana che ha coinvolto e visto partecipi cittadini comuni, alcuni ancora tra noi a rendere testimonianza, nonni e parenti vivi nelle memorie familiari, una storia che non si è svolta altrove, lontano, ma nelle strade e luoghi che ci sono consueti, che è lo scenario della nostra quotidianità. Il carattere popolare che caratterizza in Italia la lotta per la caduta del fascismo è finora la garanzia della memoria. 

Maria Grazia Sestero
Maria Grazia Sestero

Che cosa caratterizza le celebrazioni del settantesimo anniversario della Liberazione? 

Spero di non essere un osservatore parziale se dico che mi pare di riscontrare un riconoscimento diffuso che la Resistenza è patrimonio di tutti. Nonostante abbiamo conosciuto revisionismi inaccettabili, equiparazione dei caduti partigiani e repubblichini, e dobbiamo riscontrare in tutta Europa la presenza inquietante di neofascismi, questo Settantesimo anniversario conosce un rassicurante impegno di tanti, a cominciare dai mezzi di comunicazione, giornali, radio e TV, per rafforzare la memoria di quella nostra storia. Le Istituzioni sono presenti e attive, in città ogni Circoscrizione sostiene programmi con l’ANPI nelle scuole e di coinvolgimento dei cittadini in varie forme: spettacoli, letture, cerimonie. La Città di Torino e la Regione Piemonte si sono impegnate per una nuova pubblicazione sulle lapidi e i monumenti dedicati alle vittime del nazifascismo, e per il restauro di questa straordinaria trama di storia che percorre le nostre vie. Come ANPI siamo molto soddisfatti che il Settantesimo lasci questo ricordo stabile. 

Che rapporto ha la Resistenza con il presente? 

La Resistenza non è solo una tappa importante della nostra storia, ma è un passaggio che ha mutato la politica, la cultura, le aspirazioni di un intero popolo. Come è stato detto, l’Italia dalla Resistenza fu davvero “rifatta” e con lei gli Italiani.

Dall’Italia d’inizio secolo, in cui i ceti popolari non avevano diritti né politici, né sociali, attraverso il ventennio della dittatura fascista, sono i fili dei partiti popolari sopravvissuti nella clandestinità che costituiscono la tela della Resistenza, animandola dei valori di democrazia e di libertà per tutti. Non è quindi marginale che la Resistenza fu quella delle brigate partigiane, delle formazioni che operavano nelle città e che pagarono quella scelta a migliaia con la vita, ma fu anche quella detta “nonviolenta” di chi aiutò gli ebrei, i soldati sbandati, e sostenne concretamente i combattenti partigiani.

Questa storia così particolare di un popolo che sceglie da che parte stare fonda una stagione nuova, che la Costituzione ha prefigurato disegnando una democrazia in cui diritti per tutti, basati sull’eguaglianza dei cittadini, andavano costruiti. Per questo riteniamo che quell’impianto e quel modello di democrazia partecipata debba essere rispettato, anche quando si ammodernano parti della Costituzione.

In conclusione, la memoria deve essere una bussola di valori che ci permette di agire nel presente, che non è altro che quel futuro per cui hanno ritenuto valesse la pena anche di sacrificare la vita quanti hanno impegnato se stessi nella lotta all’ingiustizia e alla violenza.