Prima infanzia, quale formazione per educatrici ed educatori? Un seminario mercoledì 15 febbraio nella sede di Iusto

La prima infanzia è un momento fondamentale per lo sviluppo cognitivo, psichico, fisico, linguistico e sociale del bambino a cui la Città di Torino dedica particolare attenzione promuovendo progetti e iniziative per contrastare la povertà educativa.

‘Dappertutt06’ è la sigla che riunisce le iniziative dedicate alla diffusione del documento ‘Accompagnamento 06 – Orientamenti per azioni sulla prima infanzia’, curato da Fondazione Compagnia di San Paolo e rivolto agli enti vincitori del bando ‘Prima infanzia’ di Impresa sociale ‘Con i Bambini’ i cui progetti sono stati realizzati in ambito regionale.

Tra questi ‘Thub06 è all’origine del seminario Servizi integrativi 0-6: una bussola per orientarsi. Quale formazione per educatrici ed educatori?’ che si è tenuto questo mercoledì 15 febbraio, dalle ore 14.30 alle 17.00, nella sede di IUSTO (Istituto Universitario Salesiano Torino), piazza Conti di Rebaudengo 22, coordinato da Città di Torino e Liberitutti scs, con il sostegno di Compagnia di San Paolo.

L’incontro, che ha approfondito il tema delle competenze necessarie a chi opera nei servizi integrativi, ha suscitato un grande interesse sia tra il pubblico che ha gremito la sala al secondo piano dell’Istituto Universitario Salesiano –  rappresentanti del Comune di Torino, degli enti erogativi, del terzo settore e dell’Università,  professionisti coinvolti nei servizi integrativi e nei servizi 06 della Città e studenti – sia tra le oltre cento persone che hanno seguito i lavori in streaming.

L’assessora all’Istruzione della Città di Torino, Carlotta Salerno nel suo intervento di apertura del seminario ha dichiarato “I primi 2000 giorni di vita in bambine e bambini sono fondamentali, per cui ogni azione loro rivolta si rivela determinante per la loro formazione ed educazione. In questo caso, il seminario in programma offre la possibilità di ampliare il ragionamento verso un servizio di prima infanzia che vada oltre la concezione più classica su cui si impernia il servizio. L’idea è quella, quindi, di allargare orizzonti e prospettive, anche con la collaborazione delle realtà sociali del territorio, sia pubbliche che private, in vista di un percorso partecipato che tenga in conto le esigenze delle famiglie da una parte e dall’altra che sviluppi capacità e potenzialità delle e dei più piccoli”. Una linea condivisa anche dalla rappresentante dell’associazionismo, Giulia Santagata, cooperativa progetto Tenda, che ha auspicato interventi educativi plurali pubblici e del terzo Settore.

Quanti sono le bambine e i bambini residenti a Torino che frequentano i servizi educativi? Nella fascia di età tra 0 e 3 anni sono 15.460, il 40%,  mentre aumenta al 90% la percentuale dei bambini tra i 3 e 5 anni  su un totale di 18643.  Numeri destinati a diminuire in pochissimi anni a causa del calo della natalità.  Si stima infatti che i piccoli tra i 3-36 mesi diminuiranno di 400 all’anno, 500 in meno saranno i bimbi tra i 3-5 anni.  Nella fascia scolare da 6 a 10 anni, oggi sono 34.370, saranno 600 unità in meno  all’anno. Dei 23mila bambine e di bambini da 0 a 6 anni che frequentano i servizi educativi il 30% ha un reddito al di sotto dei 9.600 euro, il 30% sono stranieri, il 6% sono arrivati da poco tempo a Torino con alle spalle contesti di vita anche traumatici – strappati alle famiglie o provenienti da contesti familiari complessi -. Sono in aumento i casi di bambini certificati: individuarli subito è importante ha spiegato Claudio Sciaraffa, dirigente di Servizi Educativi della Città.

Quali strategie mettere in campo per  portare nei servizi educativi quel 60% che ancora manca? “L’obiettivo dei nostri servizi educativi è avvicinare le famiglie alle istituzioni pubbliche, semplificare le loro vite con un’offerta educativo-formativa che sostenga il loro empowerment” ha precisato l’assessora.

Punto di partenza dei temi affrontati questo pomeriggio è la presa d’atto che dall’esperienza realizzata in questi anni dalla rete 06 nell’ente pubblico e nel privato sociale nessuna delle tipologie di professionisti a oggi impegnati in questi servizi (educatori della prima infanzia, educatori professionali e socio-pedagogici, pedagogisti, psicologi, sociologi, antropologi) possiede le competenze  necessarie a garantire un approccio multidimensionale ed efficace per l’empowerment dei minori e delle loro famiglie.

Nel corso della tavola rotonda che si è svolta dopo la presentazione del percorso che ha portato alla definizione del documento ‘Accompagnamento 06 – Orientamenti per azioni sulla prima infanzia’ sono stati tre temi su cui è stato posto l’accento per individuare quali percorsi potrebbero essere programmati per sostenere i professionisti.

I contesti sociali, le cui caratteristiche sono segnate da cambiamenti repentini e poco prevedibili, in cui riconoscere i nuovi bisogni dei bambini e delle famiglie. Quali modelli di intervento educativo sono più appropriati per rispondere ai problemi educativi, in relazione alle nuove forme genitoriali e di vita familiare e alla comunità educante in costante cambiamento. Infine riconoscere le esigenze formative che emergono nel momento in cui educatrici ed educatori entrano nel mondo del lavoro dopo la formazione di base, per operare nei servizi integrativi, che siano in grado di sostenere empowerment e sostegno alle figure genitoriali.

Mariella Contisio