Via Po 18, concessione ventennale all’Università da parte della Città

Via Po 18 avrà un futuro degno del suo passato. Infatti il complesso conosciuto come “La corte dei Minimi”, l’ex convento di San Francesco da Paola, oggi proprietà del Comune, sarà dato in concessione all’Università di Torino.

La decisione è stata approvata su proposta della Vicesindaca, Michela Favaro, durante l’ultima giunta comunale.

Questa scelta nasce dalla necessità di disciplinare l’utilizzo dell’immobile da parte dell’Università e la sua permanenza in quegli spazi, che risale al 1991, e dell’Accademia di Medicina, istituzione storica che occupa il piano nobile dell’edificio fin dalla metà del 1800.

La concessione riguarderà l’intera parte di proprietà del Comune di Torino, avrà una durata di 20 anni e sarà a titolo gratuito.

L’edificio si trova lungo l’asse del secondo ampliamento della città avviato nel 1676 su progetto di Amedeo di Castellamonte, che percorreva tutta la contrada di Po, da piazza Castello fino al fiume e fa parte dell’isolato annesso alla chiesa di San Francesco da Paola, eretta nel 1632 per munificenza di Cristina di Francia, vedova di Vittorio Amedeo I.

Al palazzo si accede tramite un portale, realizzato su disegno di Talucchi, che conduce all’ampia superficie aperta, con giardino interno al chiostro, attorno al quale originariamente si distribuivano gli edifici della chiesa di San Francesco da Paola e di parte del convento dei Minimi.

Al piano nobile, ha sede storicamente l’Accademia di Medicina di Torino, istituzione dalla rinomata storia e chiara fama che conduce attività di studio e conoscenza delle scienze mediche, attraverso convegni, congressi e corsi di aggiornamento, seminari, istituzione di premi e borse di studio, la cui valenza nell’ambito della ricerca e della divulgazione è nota anche a livello internazionale.

“L’auspicio – afferma la vicesindaca Michela Favaro – è che con la formalizzazione di una concessione pluriennale in futuro il cortile e l’intero complesso possano essere utilizzati al meglio valorizzandolo con un recupero architettonico da parte dell’Università e dalle realtà che da anni danno lustro all’immobile.”