Migliorare l’impiego delle risorse umane e la qualità dei servizi al cittadino

agagliati_300D: Dottor Agagliati, possiamo dire che al Comune di Torino il telelavoro ha superato a pieni voti gli esami del periodo di sperimentazione e oggi, a tre anni dalla sua introduzione, è parte integrante del modello organizzativo dell’ente?

R: Sicuramente sì. E’ stata, se così possiamo dire, una promozione doppia perché ha consentito di assicurare maggiore efficienza ad alcune attività amministrative, con conseguenti benefici per l’Amministrazione comunale come datore di lavoro, e, allo stesso tempo, contribuito a migliorare la qualità della vita per alcune decine di nostri dipendenti. Proprio grazie alla possibilità di svolgere a casa propria il loro lavoro, hanno potuto dedicare alla loro vita personale quelle ore prima spese negli spostamenti da casa all’ufficio e viceversa. Dirò di più: hanno scoperto di poter lavorare con maggiore autonomia e soddisfazione nello svolgimento delle loro mansioni e, inoltre, abbiamo notevoli risparmi per l’Amministrazione e per l’ambiente. 186 alberi salvati ogni anno per i Km evitati casa-lavoro.

D: Nei fatti, quindi, il telelavoro può essere considerato uno strumento capace di razionalizzare e migliorare l’impiego delle risorse umane e aumentare la qualità dei servizi al cittadino, è così?

R: Il telelavoro può essere certamente uno strumento per migliorare il livello qualitativo dei servizi resi ai cittadini. Però attenzione, occorre saperlo inserire in un contesto organizzativo diverso da quello tradizionale costruito sul binomio lavoro – ufficio.  E’ necessario invece legarlo a un modello culturale che tenga conto di un nuovo patto tra Azienda e lavoratore: da una parte un incremento di produttività e diminuzione di costi e contemporaneamente per il dipendente l’agevolazione dei tempi di vita e lavoro. Tutti i nostri dipendenti, prima di iniziare a lavorare tra le mura domestiche, hanno seguito un ampio percorso formativo perché questa nuova modalità di lavoro non può essere improvvisata.

D: Torino può vantare un duplice primato: è stato uno dei primi Comuni italiani a offrire la possibilità di lavorare a distanza e, oggi, è tra quelli che contano nei loro organici il maggior numero di telelavoratori. E’ destinato ancora a crescere?

R: Valuteremo anno dopo anno. Sicuramente, come detto, è una scelta organizzativa vantaggiosa sia per l’azienda, sia per i dipendenti. Stiamo oggi pensando a quali nuove forme di lavoro siano attuabili per migliorare i servizi ai cittadini e liberare il lavoro. Analizzeremo a questo scopo le stesse proposte arrivate dai dipendenti. Per rendere il lavoro più flessibile nelle variabili spazio-tempo, per valorizzare il lavoratore nel suo ruolo e per la sua creatività, per fornire un servizio al cittadino sempre più open. Peraltro, con il lavoro a distanza, oltre a realizzare una migliore allocazione delle risorse umane e rendere la macchina comunale più agile e snella, si può contribuire a risolvere problemi di spazio nelle sedi dei vari servizi, consentendo così anche una significativa riduzione dei costi di locazione degli immobili, fatto tutt’altro che irrilevante per la gestione dell’ente.

Tutto questo in una sola parola oggi lo definiamo “lavoro agile” o “smartworking.