Pulse! Jazz and the city

25 APRILE ORE 21.30 PIAZZA CASTELLO

Progetto di Max Casacci, Daniele Mana, Emanuele Cisi. Prima assoluta – Produzione originale Torino Jazz Festival

“Partiamo dalla fine. Immaginiamo un album, che nasca dai rumori di una città. Non di una città qualsiasi, una città precisa: Torino. Immaginiamo che questi rumori (il traffico, le campane, gli ingranaggi delle fabbriche, i segnali acustici dei mezzi pubblici, le voci degli stadi, i fiumi, le fontane, i mercati…) vengano trasformati in musica mediante le tecnologie dei software musicali. Che questi rumori diventino una tavolozza capace di dipingere uno sfondo ritmico sonoro per altre voci musicali del medesimo luogo: gli strumenti dei jazzisti. Il ritmo dei rumori della città, le voci degli strumenti del jazz di quella città. Un incontro tra linguaggi e generazioni, che analogamente a quanto sta succedendo, proprio oggi, nella Los Angeles di  Flyng Lotus e del rapper Kendrick Lamar possa ospitare voci di un’altra provenienza.

Quella dell’hip hop. Insomma l’incrocio tra elettronica , jazz e l’hip hop è in questo momento una delle tendenze musicali più all’avanguardia. E la rapidità con la quale, oggi, una tendenza si può trasformare in consumo culturale più diffuso, è sotto gli occhi di tutti.” (Max Casacci)

“Dalle mie chiacchierate con Max, è nato il desiderio di esprimere la mia creatività e curiosità in un ambiente sonoro che mi circonda quotidianamente: quello dei suoni della città. Come dei saldatori che usano lenti protettive quando usano la fiamma ossidrica, così noi guarderemo ai suoni della città attraverso i filtri e le sfumature cromatiche dei linguaggi musicali più attuali. Dai quali ormai il jazz non può rimanere estraneo. E’ nella sua stessa natura infatti l’inclusione di elementi esterni e diversi, per continuare ad autoalimentarsi e creare una combustione incessante.” (Emanuele Cisi)

“Da quando nel 2011 Max ed io abbiamo lavorato insieme nella fornace di Murano avevamo in animo di inventare qualche cosa che si potesse fare “sotto casa” e Pulse! Jazz and The City è la perfetta evoluzione di Glasstress. Abbiamo pensato che i campionamenti della città potessero essere la base per un racconto più suonato e l’occasione del Torino Jazz Festival ci è parsa unica dal punto di vista artistico e narrativo.” (Daniele Mana)

Per rendere il progetto completo ed entrare anche artisticamente nel concetto di suono che circonda e che evoca emozioni molteplici, sono stati coinvolti musicisti provenienti da diverse realtà musicali: l’elettronica, il jazz, l’hip hop e anche il cantautorale. Tutti torinesi di nascita o di adozione. A loro è affidato il compito di trasferire in musica i suoni della città e di svelarne la storia e la vita di tutti i giorni.

Max CASACCI – ha già realizzato molte cose come produttore, compositore, autore. Oltre ad aver fondato i Subsonica nel 1996. Insieme a ‘Vaghe Stelle’ (Daniele Mana) per la Biennale di Venezia 2011 ha prodotto “Glasstress” un lavoro nato come sonorizzazione dell’omonima. Un progetto di realizzato da grande mostra di arte contemporanea in vetro. Partendo dal rumore del vetro e della sua lavorazione. Tutte le parti ritmiche del progetto (quelle che suonano come drum machine), sono in realtà vetro. Anche se non sembra. E’ musica che nasce da un concetto, per cercare ampio respiro e universalità

Daniele MANA – più noto nell’ambiente elettronico con lo pseudonimo ‘VAGHE STELLE’ oggi l’unico artista italiano a pubblicare per la Other People di Nicolas Jarr, l’etichetta elettronica internazionale più cool del momento.

Emanuele Cisi – sassofonista e compositore, da molti anni uno degli ambasciatori nel mondo dell’eccellenza italiana, è la “mente jazz” di Pulse!. Il suo disco “Where or When” è stato pubblicato nel novembre 2013 da una delle più prestigiose etichette statunitensi, la Maxjazz. È in uscita il suo ultimo lavoro discografico che lo vede a fianco del celebrato pianista afroamericano Eric Reed. Nel 2015 ha vinto il Jazzit Readers Poll (indetto dalla rivista italiana Jazzit) come migliore Sax Tenore. E’ docente di Saxofono Jazz al Conservatorio Verdi di Torino dal 2012.

Anche i jazzisti coinvolti hanno una importante relazione con Torino e sono anche alcuni tra i più celebrati protagonisti della senza jazz italiana ed internazionale:

Furio Di Castri (ph-Niko-Giovanni-Coniglio)
Furio Di Castri (ph-Niko-Giovanni-Coniglio)

Gianluca PETRELLA, trombone – Flavio BOLTRO, tromba – Furio DI CASTRI, contrabbasso – Enzo ZIRILLI, batteria e infine colui che forse più di tutti rappresenta il jazz italiano nel mondo da 40 anni: ENRICO RAVA.

Nell’elenco delle “voci”, hanno aderito con slancio al progetto: ENSI, per la parte legata all’hip hop, uno dei protagonisti più stimati della nuova scena italiana. Petra MAGONI (Musica Nuda), che torinese non è, ma oggi è la cantante più adatta a coniugare tecnica, attitudine e credibilità jazz, alla sfera più ampia del Pop. Max Casacci e Petra Magoni hanno già lavorato insieme per il singolo di Musica Nuda “Rimando”.

Nei mesi di gennaio e febbraio sono stati registrati i suoni della città e, nello studio di Casacci in zona Vanchiglia, lui e Daniele Mana hanno plasmato i suoni registrati per creare l’impianto elettronico sul quale sul quale Emanuele Cisi ha lavorato per innestare il proprio suono e quello degli altri jazzisti. Nello studio di Vanchiglia sono arrivati ottoni, archi e voci e, per la terza fase, quella di scrittura e composizione dei brani, l’obiettivo del progetto Pulse! è stato di raccontare la città attraverso suoni reali reinterpretati, rielaborati e impreziositi. Terminata la terza fase il progetto ha due importanti strade da percorre in parallelo: un live per il Jazz Festival di Torino il 25 aprile in piazza Castello alle 21.30 e la produzione di un album. La sfida è di trasformare tutta questa “narrazione” e tutte le sue componenti altamente qualitative in un grande evento Pop. Tutte le fasi della produzione, dalla registrazione degli impulsi sonori di partenza al lavoro in studio, sono documentate per accompagnare il progetto con una narrazione visiva che potrà essere collegata all’uscita discografica e utilizzata come elemento di amplificazione del racconto.