Anna Maria Pegoraro è insegnante di matematica al liceo Giordano Bruno. Insieme ai suoi studenti ha partecipato all’iniziativa “Talento fase3 – Un progetto di alternanza per scoprire il mondo delle aziende”.
Come ha conosciuto l’Associazione Yes4To?
Ho avuto modo di avere contatti con i rappresentanti dell’Associazione quando mi occupavo di orientamento in uscita: davo ai ragazzi informazioni sui corsi universitari e sulle opportunità di lavoro nel caso avessero deciso di non continuare gli studi. Successivamente, Yes4To ha contattato il nostro liceo per proporre la sperimentazione del progetto Talento fase 3, che ci è stato presentato, nel corso di un incontro, all’Unione Industriale. Secondo le direttive sulla “Buona scuola”, infatti, i licei devono svolgere 200 ore di alternanza scuola-lavoro a partire dal terzo anno e per un triennio.
Quanti sono i ragazzi che compongono il gruppo di lavoro?
Quindici sono studenti della 3^ A e hanno realizzato l’etichetta per il prodotto “Unico”; cinque ragazzi della 3^ CL, che frequentano il liceo linguistico, hanno elaborato lo storytelling e il comunicato stampa, per ora in lingua italiana e prossimamente in inglese, francese e spagnolo; tre della IV AT si sono occupati del montaggio del video pubblicato sul sito dell’istituto Giordano Bruno e realizzato in occasione della conferenza stampa organizzata dalla Città di Torino per presentare l’iniziativa.
Fino a oggi abbiamo lavorato per un totale di cinquanta ore, quaranta dei quali in orario extrascolastico dalle 14.30 alle 17.30/18. Il prossimo passo sarà quello di lavorare durante il periodo estivo.
Cosa ci può raccontare di questa esperienza?
Intanto mi preme sottolineare la grande disponibilità di Marco Piccolo (imprenditore della Reynaldi), soprattutto nei confronti degli studenti.
Abbiamo intrapreso un percorso di accrescimento per tutti. I ragazzi si sono impegnati molto, sia quando si sono fermati i venerdì pomeriggio, sia durante gli incontri a scuola con gli esperti di grafica e comunicazione. Hanno imparato a rispettare le scadenze e le consegne che sono state loro assegnate, un aspetto che si è riflesso anche sul rendimento scolastico. Sono riusciti a lavorare in gruppo, perseguendo obiettivi precisi e a comunicare utilizzando approcci e strumenti diversi. Secondo il mio punto di vista, però, per meglio organizzare la programmazione didattica, sarebbe opportuno che i prossimi progetti siano attinenti al programma svolto in classe.
Quali sono i prossimi step previsti da TalenTo?
I ragazzi devono creare una pagina sul sito web dell’azienda Reynaldi – cosmetica conto terzi – per promuovere la sua attività di sostegno sociale in Italia e nel mondo.
Nel Burkina Faso l’impresa è impegnata in un progetto per sostenere lo sviluppo di un’attività cosmetica per l’estrazione del burro di karité svolta un gruppo di donne, così come nella missione di Gambo in Etiopia, sostiene un laboratorio per la produzione di creme prodotte con l’olio estratto da una pianta di girasole che cresce in quella zona.
Quali sono i punti di forza del progetto?
Si sono conciliati rapporti ed esperienze tra strutture molto diverse come sono la scuola e l’azienda, senza perdere di vista gli obiettivi. Nella mia breve esperienza mi sono resa conto di quanto sia importante la comunicazione e la collaborazione tra le istituzioni scolastiche e il mondo del lavoro. I ragazzi devono essere messi in condizione di vedere quali sono le fasi della produzione di un’azienda. Quando siamo andati a visitare l’impresa Reynaldi gli studenti hanno notato che un gruppo di lavoratori controllava che il tubetto di un prodotto fosse riempito al punto giusto. E’ importante che i ragazzi si rendano conto di cosa significhi lavorare in contesti specifici, solo così possono capire cosa vogliono fare del loro futuro. Questo progetto ha dato loro l’opportunità di misurarsi, di conoscere le loro capacità mettendo le mani in pasta, ciò che non è possibile fare negli stage, dove i giovani hanno solo il ruolo di osservatori. Anche le visite a Casa Oz e al Sermig, associazioni di che operano grazie alle donazioni volontarie, sono state costruttive perché hanno aperto nuovi orizzonti prima sconosciuti, sviluppando una maggiore sensibilità nei giovani, che hanno avuto modo di entrare in contatto con la vita reale. Per quanto mi riguarda, infine, ho cercato di creare le migliori condizioni per arricchire il loro patrimonio di conoscenze ed esperienze, affiancandoli e dando loro consigli.