L’imprenditore: “Insegniamo a fare impresa”

Marco Piccolo, imprenditore dell’azienda Reynaldi cosmetica contoterzi, una delle aziende dell’Associazione Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale.

Ci vuole raccontare la sua esperienza con il progetto TalenTo-Fase 3′, in cui i ragazzi hanno sviluppato un progetto e un’attività di marketing per costruire l’etichetta di un prodotto, un sapone liquido, “Unico”, che donate ad associazioni di volontariato come Casa Oz, Sermig e Monastero di Bose?

Abbiamo concluso solo una parte del lavoro 50 ore delle 100 in calendario, la metà delle 200 previste dal programma di alternanza scuola lavoro. Sono ragazzi selezionati dal liceo e sono ben motivati e desiderosi di partecipare all’iniziativa. Sono giovani in gamba che hanno lavorato sul digitale, hanno realizzato un video ed elaborato il testo del comunicato che presenta il prodotto.

Sono molto propenso a fare questi scambi perché è importante che i ragazzi vadano in un’azienda, sappiano che cosa produce, la sua mission, la sua storia i suoi obiettivi. Sono informazioni propedeutiche per questo e per altri progetti. Ecco perché oltre a visitare la mia azienda sono andati a conoscer Casa Oz, il Sermig e il monastero di Bose con cui l’azienda collabora.

E proprio sugli obiettivi e sulle scadenze si è focalizzato il lavoro con gli studenti.

I ragazzi che hanno partecipato al progetto
I ragazzi che hanno partecipato al progetto

Qual è stato lo step successivo?

Partendo da qui i ragazzi hanno lavorato in tre gruppi: uno sulla grafica che ha portato alla creazione dell’etichetta, l’altro ha realizzato un video che racconta l’esperienza, il terzo si è occupato della parte redazionale, elaborando un articolo pubblicato sul sito dell’azienda. Ciascuno di loro ha potuto esprimere le proprie competenze  che hanno consentito di raggiunger gli esiti prefissati. Il video, per esempio, è stato pensato, assemblato e montato dai ragazzi, dimostrando così una grande autonomia. I nativi digitali, d’altra parte, sanno utilizzare molto bene gli strumenti tecnologici.

Per la grafica, invece, poiché sono necessari programmi professionali e competenze specifiche, i giovani hanno incontrato alcuni professionisti dell’associazione Yes4To, esperti in comunicazione. Grazie alle loro informazioni e al loro aiuto, hanno potuto pianificare una comunicazione efficace per il cliente e realizzato il progetto grafico dell’etichetta.

Sarebbe, però, opportuno che anche i docenti conoscano le dinamiche aziendali e si avvicinino al mondo del lavoro.

Con questa iniziativa la Città è stata antesignana rispetto al progetto governativo “La buona scuola”, dunque, un’esperienza positiva da ripetere.

Sebbene l’azienda sia attenta agli aspetti sociali della realtà in cui opera, è, tuttavia, difficile far entrare i ragazzi in un’azienda profit, se non a condizione di mettere a punto progetti che diano un vantaggio reciproco e creare un dialogo costruttivo.  Mi sono reso conto che nelle scuole non c’è questa preparazione.

I docenti, per primi, devono rendersi conto di cos’è e che cosa richieda il mondo del lavoro. I ragazzi sono più pronti, più flessibili. Emerge la difficoltà di due mondi che si incontrano.

Cosa bisogna fare?

Dobbiamo proporre iniziative che diano soddisfazione anche gli industriali. Un modello può funzionare, ma prima vanno preparati i docenti, e su questo si potrebbe lavorare anche con Yes4To, che organizza iniziative sulla formazione. Come giovani imprenditori abbiamo fondato la Ggi-Accademy,insieme a Università, Politecnico, gli incubatori, la Camera di Commercio, che ha avviato un ciclo di seminari sull’imprenditorialità con scadenza mensile: ad aprile abbiamo parlato di comunicazione, il 16 maggio il focus sarà sul team. Gli appuntamenti si svolgono di fronte a una platea numerosa che coinvolge dai 200 ai 400 partecipanti: universitari, imprenditori e startapper. Potrebbe essere un’idea inserire questa iniziativa all’interno del percorso TalenTo, sarebbe un’opportunità per sviluppare una cultura imprenditoriale e relazioni positive tra docenti e industriali.

Un imprenditore soddisfatto può replicare i progetti e diventare promotore di relazioni culturali che arricchiscono il territorio.

Cosa può dirci dell’esperienza con gli studenti del liceo Giordano Bruno?

Sono soddisfatto di aver lavorato con loro perché sono ragazzi maturi, che hanno dato il meglio delle loro possibilità.  Questo progetto, inoltre, ha dato visibilità alla mia azienda e alla sua mission.  Per questo posso affermare che si tratta di un percorso replicabile in altre aziende.  Tuttavia se vengono meno questi presupposti non ci saranno più imprese disponibili a impegnarsi.

Quali sono i punti di forza del progetto?

Intanto abbiamo creato nei ragazzi una consapevolezza su cos’ è un’attività industriale e, dunque, promosso lo sviluppo di una visione imprenditoriale del territorio. Il nostro obiettivo è creare opportunità che portino i giovani a restare nella nostra regione.  Un altro aspetto importante è la collaborazione tra scuola e mondo del lavoro, facendo  leva sulla responsabilità sociale che investe gli imprenditori.

Tra i 27 ragazzi che partecipano a TalenTo, c’è, a suo avviso, qualcuno che ha la stoffa dell’uomo d’affari?

Sono studenti che hanno avuto la capacità di partire, di organizzarsi da soli, di porsi degli obiettivi, di affrontare i problemi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Tra di loro il 10/15 per cento hanno, anche, la capacità di argomentare le loro scelte e questo ė fondamentale in un’economia moderna, in cui sarà più facile creare opportunità di lavoro, anziché trovarlo.