Esplorazione marziana, una sfida lunga 50 anni

focus_exomars001“Per ora mandiamo avanti i robot ma l’obiettivo di questo secolo resta arrivare su Marte e speriamo sia possibile farlo nella prima metà del secolo.” Ad affermarlo, a inizio mese nel corso della sua visita a Torino quando ha incontrato i tecnici delle due società che hanno seguito la sua missione Futura, l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti.

Da sempre Marte è il pianeta che ci affascina di più, grazie anche ai tantissimi libri e film di fantascienza ambientati sul pianeta rosso, e fin dagli anni ’60 è al centro di ricerche di vario tipo condotte dalle agenzie spaziali di tutto il mondo.

piani-futuro-marteDozzine negli anni le sonde automatiche senza equipaggio, con orbiter, lander e rover al seguito, per raccogliere dati e rispondere a importanti quesiti scientifici sul pianeta e il suo passato. Un’avventura affascinante che ha  visto tra i grandi protagonisti Unione Sovietica (e Russia poi), Stati Uniti, Europa e Giappone richiedendo budget importanti e che ha collezionato una lunga serie di fallimenti (circa due terzi su un totale di oltre cinquanta lanci).

I russi ci hanno provato e riprovato. Le prime due, Mars 1960A, Mars 1960B, sono fallite subito dopo il lancio. Mars 1962A e Mars 1962B, fermate in orbita attorno alla Terra. Di Mars 1 si persero invece le comunicazioni mentre era in rotta per Marte. Fu il Mars 3 Orbiter a raggiungere per primo il pianeta rosso il 27 novembre 1971. Il suo lander toccò con successo il suolo del pianeta diventando il primo veicolo costruito dall’uomo a giungere integro sulla superficie marziana (anche se il segnale venne perduto dopo meno di 15 secondi di trasmissione dati, per motivi a oggi sconosciuti).

Nel 1975 seguirono le missioni Viking, con due lander morbidamente ammartati nel 1976 e rispettivamente 4 (Viking 2) e 6 anni (Viking 1) di attività scientifica al suolo. Meno fortuna ebbe il lander ESA Beagle 2, perduto nel dicembre 2003 e avvistato solo 11 anni più tardi dalla camera HIRISE a bordo della sonda della NASA Mars Recoinassance Orbiter. Da allora solo la missione NASA Phoenix ha toccato il suolo marziano nel 2008.

focus_exomars006A muoversi e a sbracciarsi in maniera più o meno ordinata sono, invece, i rover NASA: Sojourner (1997), Spirit e Opportunity (2004), Curiosity (2012). Questi ultimi due ancora attivi e ansiosi di macinare chilometri sulla superficie del Pianeta Rosso.

Attorno al Pianeta Rosso invece orbitano 5 sonde che diventeranno 6 quando ad ottobre ExoMars infilerà l’orbita marziana. A precederla l’indiana Mom,  arrivata da quelle parti il 24 settembre 2014, con una tra le più economiche spedizioni spaziali mai tentate (75 milioni di dollari). Prima di lei la sonda ESA Mars Express e le missioni NASA Mars Odyssey, Mars Reconnaissance Orbiter e il Mars Atmosphere and Volatile Evolution (MAVEN) orbiter.

fonte MEDIA INAF, Notiziario online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

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