Il trucco è regalare un sorriso

“Grazie per i sorrisi che mi avete regalato, per avermi considerata come una ‘persona’ al di là di queste sbarre”, “E’ bello condividere questo piccolo corso che rallegra e alleggerisce la giornata…. Ringrazio le insegnanti che senza pregiudizio e umanità tanta ci hanno regalato questi momenti” Carmen e Irene vivono le loro giornate nella casa circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno”. Qui nei mesi di maggio e giugno 2018 il servizio Passepartout dalla divisione Servizi sociali della Città di Torino, in collaborazione con l’associazione Puoi, ha organizzato un percorso di Make up Therapy, una delle attività del progetto Ben-Essere, realizzato in collaborazione con l’associazione Verba.Una équipe di 10 esperte di trucco e di cura del corpo, hanno varcato i cancelli per riaccendere in un gruppo di 12 donne il desiderio di prendersi cura del corpo, di trovare, attraverso l’attenzione alla propria immagine esteriore, la femminilità, l’autostima, la dignità per sentirsi uguali a tutte le persone che stanno fuori dalle sbarre. Hanno imparato la tecnica della manicure, della pulizia del viso e come truccarsi.

Make up Therapy, trucco terapeutico di supporto alle terapie mediche, prevede, invece, una serie di attività rivolte a persone in situazione di estrema fragilità, ai pazienti ricoverati nei presidi ospedalieri per la riabilitazione dopo traumi cranici e midollari, gravi ustioni, patologie oncologiche e a quanti hanno una disabilità intellettiva. Il trucco diventa un pretesto per aiutare uomini e donne a ritrovare un contatto equilibrato con il proprio corpo, a riscoprire la piacevole dimensione del prendersene cura. E’ un percorso di stimolo dei processi di autonomia e autostima, di integrazione e di inclusione sociale, come hanno testimoniato le lettere di apprezzamento delle detenute nella casa circondariale torinese che avrebbero preferito un corso più lungo. Secondo Irene “si poteva optare per una durata di almeno 12 sedute” perché, come spiega Anna Maria, “penso che sia stata una buona iniziativa e che ce ne dovrebbero essere altre a seguire poiché soprattutto in questo posto partecipando a queste attività si riesce a uscire fuori dai soliti pensieri, preoccupazioni e dolori che ognuno di noi si porta dentro”.

Il gruppo di lavoro è composto da una decina di donne: Antonella Lanzoni, dipendente del Comune di Torino, estetista professionista, esperta in camouflage (tecnica di trucco per nascondere diverse tipologie di inestetismi nelle persone che hanno subito lesioni cutanee, come cicatrici derivate da interventi chirurgici, da incidenti o da ustioni), Sara, esperta di make-up e camouflage, ideatrice del progetto Make up Terapy e Chiara, volontarie dell’associazione Puoi, a cui si affiancano cinque giovani universitarie. Infine, Carla, la nonna novantenne che, da qualche anno, collabora con loro. Un gruppo consolidato che opera nel laboratorio di corso Unione Sovietica 220/d, sede del servizio Passepartout, coordinamento interventi e servizi integrati per la Disabilità fisico-motoria della Città e all’interno delle reti sociali, ospedaliere riabilitative e domiciliare. Un’attività molto apprezzata dal personale medico, infermieristico e specialistico e dai pazienti promossa da molti anni l’Amministrazione comunale.

La Città, insieme all’associazione Puoi, ha una presenza costante nell’ospedale Cto, reparto grandi ustionati e chirurgia plastica e all’interno dell’Unità spinale unipolare (è stata sottoscritta una convenzione con la Città della Salute). All’interno dell’Unità spinale il gruppo di estetiste incontra i pazienti, suddivisi in due gruppi, a cui dedicano 1 ora e mezza per ciascuno ogni 15 giorni. Sono persone che restano per mesi in corsia dove perdono la percezione della propria immagine, di ciò che sono. “Non sono più la donna di prima” è la frase più ricorrente, spiega Antonella. All’interno delle strutture ospedaliere c’è una stanza attrezzata in cui i prodotti restano a disposizione dei pazienti. “Spieghiamo quali sono i cosmetici, come possono essere utilizzati. Poi cominciamo a massaggiare le mani, il viso, il collo, a qualcuno facciamo la barba, a richiesta, anche la depilazione – continua Antonella -. Per i pazienti che non possono lasciare il loro letto le attività di estetica si svolgono in corsia: tagliamo loro le unghie, facciamo una piccola pulizia del viso, massaggiamo mani e piedi. Li aiutiamo a ritrovare la loro dimensione estetica, a riconoscersi come uomini e donne, un aspetto un po’ trascurato nei casi di traumi severi. Curare il corpo aiuta le persone a combattere gli sbalzi di umore, la depressione. Spesso il primo tentativo fallisce ma poi ci riprovano. Diventiamo le depositarie delle loro esperienze, dei pensieri, a cui ci accostiamo con grame umiltà e rispetto”.  “Mi avete regalato due ore di gioia”, ringrazia Sofia e Adele aggiunge “oggi il fisioterapista mi ha fatto i complimenti perché ho messo il rossetto”.

Le estetiste lavorano in collaborazione con infermieri, medici, spicologi e fisioterapisti “Ci supportano nel nostro lavoro, nei primi approcci con i pazienti – sottolinea Antonella –. Ci sono persone che soffrono molto la loro condizione perché non si riconoscono più in un corpo che, a causa della malattia o del trauma, si è trasformato, non rispecchia più le loro aspettative. Devono fare i conti con un fisico cambiato da reinventare e da ricostruire nella nuova dimensione estetica. Il trucco camouflage gli offre una soluzione, coprendo, in modo adeguato le cicatrici, con risultati positivi”. Ogni anno il gruppo segue 60 degenti.

All’interno della struttura comunale di corso Unione Sovietica l’associazione Verba mette a disposizione delle persone con disabilità e in condizioni di solitudine due locali per le attività di Make up Therapy. Uno è attrezzato per la cura dei capelli, ci sono caschi, phon, bigodini, un servizio molto apprezzato dalle signore. Qui Salvo, il parrucchiere – anche lui con un passato di difficoltà e sofferenza, un clochard, che ha intrapreso un tirocinio lavorativo con l’associazione Puoi – si diletta a fare la piega e a tagliare i capelli. Il secondo locale è destinato ai trattamenti estetici, in cui operano Antonella e le altre compagne. Le attività, a cui possono partecipare anche le badanti, si svolgono il martedì e il giovedì da ottobre a maggio. Le persone interessate, circa una cinquantina in prevalenza donne, sono divise in 2 gruppi per fasce di età dai 20 ai 35 anni e dai 40 ai 75 anni Le operatrici hanno a disposizione anche ausili specifici per le persone che sono impossibilitate a tenere in mano un pennello.

Nel 2009 al progetto Ben-essere è stato assegnato il primo premio Federsanità Anci Piemonte “Nuovi sguardi di salute tra diritti di cittadinanza e diritto alla cura nelle fragilità”.

http://www.comune.torino.it/pass/benessere/