I bisogni e le potenzialità del territorio si incontrano nella Portineria di Comunità di Porta Palazzo

 

Oltre 250 abitanti coinvolti, 120 ragazzi “riportati” alla DAD, un importante riconoscimento internazionale: sono solo alcuni dei risultati di Spaccio di Cultura – La Portineria di Comunità, progetto ideato e avviato dalla Rete Italiana di Cultura Popolare in partenariato con l’Ufficio Pastorale Migranti e Nessuno è Straniero, con il supporto dalla Città di Torino con il programma Torino Social Factory e il co-finanziamento dal Pon Metro.

La progettazione dell’iniziativa è cominciata alla fine del 2018 attraverso alcune azioni di ascolto e attivazione di comunità, con incontri specifici con i diversi attori dei territori di Porta Palazzo, Aurora, Quadrilatero e Borgo Dora. Lo strumento di rilevazione principale è stato il “Portale dei Saperi”, sito web dove sono state raccolte le storie e le narrazioni frutto di oltre 250 dialoghi con i residenti, commercianti, artigiani, piccole e grandi imprese e del terzo settore.

Durante il primo lockdown causato dalla pandemia, la Portineria di Comunità ha promosso i primi servizi legati alle nuove esigenze della vita quotidiana, occupandosi prevalentemente della fornitura di generi di prima necessità, come i farmaci, a persone che non avevano mezzi o possibilità per procurarseli. Particolare attenzione è stata rivolta ai giovani studenti: insieme ad alcune scuole è stato costruito un progetto contro la dispersione scolastica. Sono stati mappati più di 120 ragazzi che non si collegavano più alla DAD riuscendo a recuperarne 70, che sono stati coinvolti in una redazione Web Radio. Da lì in avanti si sono riavvicinati allo studio grazie all’attività di volontariato di diversi professori.

L’iniziativa ha poi trovato la sua sede fisica e il suo simbolo negli spazi dell’ex edicola-chiosco di Porta Palazzo, il più grande mercato multiculturale di Torino, all’angolo tra via Milano e piazza della Repubblica. Inaugurato il 9 luglio 2020, lo spazio è diventata rapidamente un punto di riferimento, fisico e relazionale, per l’intero quartiere, un luogo dove ricostruire relazioni fondate su solidarietà e fiducia, dare e ricevere aiuto, scambiarsi informazioni, suggerimenti ed idee. Durante l’estate è diventato anche un presidio culturale, ospitando appuntamenti, proiezioni di film, performance teatrali, concerti e laboratori per bambini e adulti, grazie a un costante lavoro di co-progettazione con gli abitanti e le associazioni del quartiere.

Nell’ottobre 2020 il progetto ha ricevuto un’importante visibilità internazionale: il sito dell’European Social Fund lo ha infatti segnalato come buona pratica di innovazione e di coesione sociale a livello europeo.

In seguito il progetto non ha inoltre dimenticato la sua prima vocazione di supporto verso le persone a rischio emarginazione sociale. A inizio anno i volti dei migranti dell’ex Moi sono entrati all’interno del progetto occupandosi di far diventare la portineria itinerante, con il gruppo informale Ctrl Community e il Comune di Torino con i quali è stato stipulato un patto di collaborazione per la gestione dei beni comuni.

Oggi la portineria è un luogo dove chiedere qualsiasi tipo di servizio dalla ricezione dei pacchi alla traduzione di testi in varie lingue, dalle pulizie alle riparazioni artigianali, per arrivare a servizi di supporto tecnologico, disbrigo pratiche e baby-sitting, ma al tempo stesso è un luogo relazionale dove costruire una comunità di prossimità.

Guarda il video di presentazione del progetto: