In via La Salle la Polizia municipale scopre una sartoria abusiva di capi contraffatti

A insospettire gli agenti della Polizia Municipale su una presunta attività illecita all’interno di uno stabile di Borgo Dora è stato un insolito andirivieni di persone di diverse nazionalità che vi accedevano portando con loro voluminosi sacchi di plastica contenenti capi di abbigliamento. Ciò che ha destato la curiosità degli agenti è l’aver registrato la sistematica uscita a mani vuote delle stesse persone entrate nello stabile con i borsoni pieni di capi di abbigliamento pochi minuti prima.

Nei giorni successivi, gli agenti hanno controllato i movimenti dei soggetti che vendono merce con marchi contraffatti nell’area di Borgo Dora e hanno constatato che diversi venditori erano soliti comprare i giubbotti con le fattezze dei modelli venduti da note case di moda ma privi di marchi distintivi, sul mercato di Porta Palazzo o negli esercizi commerciali situati nell’area di piazza della Repubblica. Tali capi d’abbigliamento, dopo essere stati acquistati, venivano portati nell’appartamento di via La Salle, dove si provvedeva ad aumentarne il valore commerciale tramite l’apposizione dei marchi contraffatti.

Lunedì mattina, gli agenti del Comando Sezione di Porta Palazzo hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno scovato un vero e proprio laboratorio di sartoria per capi contraffatti.

Il laboratorio abusivo era gestito da un uomo di 40 anni di nazionalità senegalese, affittuario dell’appartamento, in regola con i permessi di soggiorno ma già denunciato in passato per commercio di prodotti con segni falsi.

All’interno dell’appartamento sono state rinvenute 8 macchine da cucire, 2 ferri da stiro e 82 kg di marchi contraffatti, per un totale di circa 200mila pezzi. Inoltre, sparsi qua e la nell’appartamento, gli agenti hanno trovato 166 capi di abbigliamento riportanti marchi contraffatti, pronti per essere messi in commercio, e 2 chiavette USB contenenti i file delle griffe di molte case di moda utilizzabili con ricamatrici digitali di ultima generazione per riprodurre gli stessi sui capi di abbigliamento.

Due delle macchine da cucire rinvenute, erano posizionate all’interno di mobili, mentre le altre erano appoggiate sui letti, segno evidente di un’attività illecita a cui partecipavano diversi soggetti.

I marchi, invece, erano custoditi in sacchetti e scatole trovate sotto i letti e all’interno degli armadi.

Inoltre, all’interno dell’appartamento sono state trovate apparecchiature elettroniche, 1 tablet, 2 P.C. portatili, 3 autoradio e 14 telefoni cellulari riposti all’interno di una valigia appartenente a un altro cittadino senegalese di anni 59, anch’esso risultato in ordine con i permessi per soggiornare sul territorio nazionale.

I due senegalesi, sono stati denunciati per ricettazione e contraffazione, e gli oggetti rinvenuti all’interno dell’appartamento sono stati posti sotto sequestro giudiziario.