Per costruire la scuola del futuro: i ‘Patti Educativi di Comunità della Città di Torino’ 

I Patti Educativi di Comunità sono uno strumento indicato dal ‘Piano scuola  2020/2021’ del Ministero dell’Istruzione in grado di cogliere la sfida del rinnovamento educativo e didattico in un contesto complesso come quello attuale, in cui i minori devono mantenere un distanziamento innaturale rispetto ai pari età e le diseguaglianze economiche, sociali e culturali aumentano le situazioni di fragilità e povertà educativa.

In questi mesi le condizioni di emergenza hanno consentito di sviluppare reti di soggetti e di scoprire risorse già presenti ma, in alcuni casi, poco sfruttate come le strategie didattiche e di cura educativa che si avvalgono di nuove tecnologie. Sono esperienze che vanno messe a frutto e che fanno dei patti educativi un modello virtuoso di azione da replicare.

L’Amministrazione Comunale ha approvato, nei giorni scorsi, il documento quadro ‘Patti Educativi di Comunità della Città di Torino’ frutto di un percorso avviato nel mese di settembre con gli atenei torinesi, l’Ufficio Scolastico Regionale-Ambito territoriale di Torino, le istituzioni scolastiche, i musei, le agenzie educative presenti sul territorio per la stesura di patti educativi, attraverso la condivisione di intenti e valori e la creazione di una rete stabile tra i soggetti aderenti, volti a una più ampia realizzazione del servizio scolastico. Alla Conferenza dei Servizi presieduta da Antonietta Di Martino, assessora all’Istruzione, hanno partecipato dirigenti scolastici del primo ciclo, atenei, dipartimenti didattici dei musei, associazioni ed enti culturali, che si sono confrontati sulle attività didattiche e sulle metodologie da adottare per l’anno scolastico 2020-2021.

Ai Patti Educativi di Comunità fa riferimento il ‘Piano scuola 2020/2021’ che individua negli Enti locali, insieme alle istituzioni educative e culturali, le realtà preposte a incentivare la sottoscrizione di accordi specifici, dando attuazione a quei principi e valori costituzionali di solidarietà, comunanza di interessi e sussidiarietà necessari a irrobustire alleanze educative, civili e sociali. Le scuole possono così arricchirsi sotto il profilo formativo ed educativo ed essere un luogo di formazione, aggregazione sociale e di costruzione culturale, in cui si generano nuovi modelli scolastici e si sperimentano metodologie innovative.

“Nell’incertezza della durata e dell’evoluzione della pandemia ci siamo chiesti come cambierà la scuola, se sapremo cogliere la sfida mettendo a fuoco i profili di un rinnovamento, una visione pedagogico-didattica che, pur con le rigidità imposte dal distanziamento, sappia guardare alla persona per costruire la scuola del futuro – ha sottolineato Antonietta Di Martino, Assessora all’Istruzione della Città di Torino -. I Patti Educativi di Comunità sono una risposta, rappresentano un rinnovato strumento di costruzione di alleanze educative e anche di prossimità fra istituzioni e cittadini, un potente fattore di innovazione, di inclusione sociale e culturale”. “Con la stesura del documento quadro sui Patti Educativi – conclude l’Assessora – abbiamo raggiunto un risultato importante grazie alla collaborazione con l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, Indire e l’Ufficio Scolastico Regionale-Ambito territoriale di Torino”.

Il Comune di Torino, fondatore della Carta internazionale delle Città educative dal 1990 e designato dal 2016 Unesco Learning City, ha maturato una importante esperienza di collaborazione con il sistema educativo locale anche attraverso l’Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile (ITER) – la cui mission è la creazione di sinergia e rete tra il mondo della scuola e le realtà educative presenti sul territorio – e ha consolidato numerosi progetti come il catalogo Crescere in Città, Bambine e bambini all’Università e, più recentemente, l’evento Novembre, Mese dell’Educazione, trenta giorni di iniziative dedicate alla formazione.

Alla stesura del testo, quale modello per la definizione di Patti Educativi di Comunità, hanno partecipato i rappresentanti dell’Assessorato all’Istruzione, dell’Università di Torino, del Politecnico di Torino, dell’Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) e dell’Ufficio Scolastico Regionale–Ambito territoriale di Torino.

Sono  cinque gli obiettivi del documento quadro: individuare i bisogni educativi, culturali, psico-fisici e sociali emergenti nella popolazione scolastica e quelli formativi del personale sulla base di rilevazioni mirate; evidenziare le situazioni di povertà educativa incrementate dalla chiusura delle scuole e dei servizi educativi; sollecitare nelle realtà del territorio proposte di intervento congiunte e complementari tra più enti per fare fronte alle necessità emergenti; attuare gli interventi e verificare la loro efficacia. Le azioni congiunte, inoltre, devono rispondere anche ad alcuni criteri come la loro sostenibilità anche dopo l’emergenza sanitaria, l’inclusività, l’innovazione e l’originalità degli interventi, la messa in rete con altri soggetti e la valorizzazione delle risorse digitali.

Partendo da questo modello le scuole e le realtà del territorio possono coprogettare singolarmente o in rete patti educativi su specifici temi. Alcune proposte avanzate riguardano la realizzazione di:

-percorsi formativi per docenti e studenti e prodotti digitali per arricchire la didattica in aula o per l’utilizzo a distanza;
– formazione di operatori museali digitali o di figure in grado di trasformare i percorsi di didattica museale in presenza in percorsi a distanza;
-formazione di operatori per la didattica digitale nell’extrascuola;
– interventi rivolti alle fasce più deboli della popolazione scolastica che, per ragione di salute, non possono andare in classe.

In questo quadro gli atenei torinesi collaboreranno mettendo a disposizione le loro competenze in settori diversi quali la DaD, il sostegno scolastico ed educativo ai minori a rischio, l’outdoor education, gli interventi di aiuto per la prima infanzia rivolti a famiglie e bambini, la valorizzazione dei beni culturali che faranno capo all’Università mentre il Politecnico si occuperà di comunicazione, design dei servizi, di interpretazione dello spazio, fisico e virtuale, di identificazione di sistemi innovativi utili alla fruizione dei beni culturali.

Indire oltre a condividere e valorizzare le esperienze a sostegno dei ‘patti educativi territoriali’ realizzati nei piccoli centri e nei territori nazionali, mette a disposizione gli strumenti webinar realizzati durante la pandemia per la formazione dei docenti. Offre la propria disponibilità a coprogettare con le realtà territoriali media workshop o percorsi online che includono proposte di attività laboratoriali e a ideare kit didattici che possono essere utilizzati dagli alunni a scuola o a casa.

L’Ufficio Scolastico Regionale-Ambito territoriale di Torino fornisce, nelle aree di intervento, un supporto alle istituzioni scolastiche sui temi dell’educazione alla cittadinanza, dell’educazione ambientale e della sostenibilità e dell’educazione digitale; diffonde iniziative informative e formative nelle comunità scolastiche volte a valorizzare il ruolo di una scuola inclusiva e aperta al territorio e alla società civile, nell’ottica di costruire una cittadinanza sempre più attiva e partecipata.

Nel percorso per la sottoscrizione dei Patti educativi di comunità ITER, che fa capo all’Assessorato all’Istruzione della Città di Torino, farà da propulsore e facilitatore del processo, promuovendo la condivisione di intenti e di valori tra le diverse istituzioni educative e culturali, facilitando il coinvolgimento delle strutture territoriali interessate a sottoscrivere i patti e favorendo la costruzione di una rete stabile tra i soggetti coinvolti.