“Un anno particolarmente complesso”. Presentata la relazione della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale

La Relazione 2019 della garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, Monica Cristina Gallo, è stata presentata, oggi, in videoconferenza nel corso della riunione dei capigruppo consiliari.

Sono intervenuti, insieme a Monica Cristina Gallo, la sindaca della Città di Torino Chiara Appendino, il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari e la presidentessa della Commissione speciale Legalità e del contrasto ai fenomeni mafiosi, Carlotta Tevere.

La Relazione ha esaminato le due principali aree di competenza dell’Ufficio della Garante: l’area di esecuzione penale, interna ed esterna e l’area del controllo delle migrazioni, in merito alla struttura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino (CPR).
Il 2019 è stato un anno particolarmente complesso, con l’avvio delle indagini a seguito della denuncia relativa ai trattamenti inumani e degradanti a carico di alcuni agenti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno ai danni di un gruppo di detenuti.

Un anno in cui l’Ufficio della Garante ha continuato a dialogare con il territorio, promuovendo tematiche legate alla giustizia, alla legalità, alla cultura e all’inclusione sociale effettiva: a partire dall’inaugurazione dello Spazio di Cultura Inclusiva nel Palazzo di Giustizia per arrivare alla gestione dell’emergenza sanitaria a inizi del 2020 nella struttura penitenziaria nel quartiere delle Vallette, in cui, come ha evidenziato la Garante, oltre ai problemi atavici del sovraffollamento, si è dovuto fare fonte alle gravi mancanze di un piano pandemico penitenziario che hanno spinto all’intervento attuale di Medici Senza Frontiere.

Il documento mette in luce quanto Torino sia stata solidale nei confronti del mondo carcerario con molteplici iniziative a supporto dei detenuti: le campagne di raccolta fondi di LiberAzioni in emergenza – per offrire un domicilio ai detenuti in uscita senza casa, diverse aziende riconvertite che hanno donato dispositivi sanitari al carcere – e per donare sapone alle detenute -, la disponibilità di molte strutture private e religiose ad accogliere detenuti in uscita positivi o negativi, la produzione di mascherine nel laboratorio tessile del padiglione femminile sono solo alcuni esempi di partecipazione emersi in questo periodo difficile.

Durante l’incontro sono stati anticipati i principali temi della pubblicazione Tutto Chiuso, di prossima pubblicazione sull’emergenza Covid-19 nei luoghi di privazione della libertà. Il testo è stato realizzato in collaborazione con International University College of Turin. Molte anche le istanze illustrate in merito al CPR di corso Brunelleschi e all’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti

Nel suo intervento la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha sottolineato che “è sicuramente una strada difficile da percorrere quella che porta alla riabilitazione e, una volta scontata la pena detentiva, al conseguente reinserimento nella società. Coloro che vivono questa esperienza – ha proseguito la sindaca – hanno bisogno di non essere lasciati soli, di essere aiutati e sostenuti nell’affrontare un passaggio, quello dallo status di reclusi a quello di cittadini liberi, non privo di ostacoli per condurre in porto positivamente il processo di effettiva reintegrazione nella comunità. In tal senso – ha aggiunto Appendino – è assai prezioso l’operato quotidiano dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, come altrettanto importanti risultano le attività svolte dalle associazioni no profit e dai volontari. Un sostegno fatto di cose concrete – come la ricerca di un luogo dove vivere per chi, varcati in uscita i cancelli della casa circondariale, non ha una casa – e di azioni di orientamento al lavoro o di accompagnamento e conoscenza dei servizi fondamentali. Colgo l’occasione della presentazione della Relazione 2019 – ha concluso la prima cittadina del capoluogo piemontese – per ringraziare tutti coloro che, a vario titolo e con compiti diversi, sono impegnati in questo importante lavoro e, in modo particolare, desidero esprimere il mio ringraziamento e quello della Città di Torino alla dottoressa Monica Gallo, per la competenza, l’impegno e la passione con cui svolge la funzione di Garante dei detenuti”.

Da oggi è online Liberante.it, un nuovo strumento per le persone detenute che tornano in libertà, realizzato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino proprio grazie al sostegno del bando promosso nel 2019 dall’Ufficio della Garante delle persone private della libertà personale della Città di Torino.

“Uscire da carcere è un passaggio di grande disorientamento e in un periodo come quello che tutti noi stiamo vivendo lo è ancora di più. Molti punti di riferimento hanno cambiato il loro modo di offrire i propri servizi e nuove modalità di muoversi e orientarsi devono essere imparate nel rispetto di tutti – ha dichiarato la Garante Monica Cristina Gallo – Il sito Liberante.it ha l’intento di fornire informazioni di immediato sostegno e aiuto ed è stato creato in funzione dell’offerta presente nella nostra città. Composto da più sezioni, è in grado di guidare le donne e gli uomini detenuti che escono dal carcere verso i servizi fondamentali come quelli legati alla formazione e lavoro, alla salute, alle prime necessità, ma anche all’esercizio dei propri diritti, con la preziosa collaborazione della Clinica Legale Carcere e Diritti 1 del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, all’accesso alla cultura. La piattaforma creata al momento è presentata per i fruitori che si affacciano a una città ancora in emergenza, ma sarà in continua evoluzione per fornire costantemente indirizzi e modalità di accesso ai servizi reali. Liberante.it rientra in un programma che l’Ufficio Garante in collaborazione con altri enti della Città sostiene e incentiva perché il reinserimento della persona che sta terminando di scontare la pena, o inizia un nuovo percorso alternativo al carcere dopo anni di reclusione, promuove il significato di tornare a far parte della nostra comunità”.

Il sito nasce nella consapevolezza delle difficoltà cui devono fare fronte le persone che tornano in libertà, spesso prive di un reddito o di una rete sociale che li possa riaccogliere sul territorio “con l’obiettivo di sviluppare una visione pro-positiva insieme a una rete di realtà per fornire agli ex detenuti e detenute tutte le informazioni base per i servizi di prima necessità – afferma Valentina Noya, direttrice di LiberAzioni e progettista dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema – insieme ad alcune proposte mirate tese a un inserimento più ampio nella nostra società per riporre speranza nei propri diritti: luoghi aggregativi, spazi pubblici in connessione con centri dedicati alla formazione e alla ricerca del lavoro, attività socio-culturali, insieme a un elenco di enti e associazioni di riferimento per il territorio che si occupano da tempo di inserimenti abitativi e lavorativi con cui collaboriamo da tempo. Liberante.it è un progetto continuamente aperto che intende recepire il cambiamento, esattamente come lo abbiamo dovuto affrontare in fase di costruzione con l’arrivo del Covid-19. Torino ha da tempo un’attenzione importante nei confronti degli ultimi, dai Santi Sociali a oggi dove l’emergenza sanitaria ha aumentato le nuove povertà e attivato le energie di supporto. Siamo convinti che la piattaforma possa allargare proposte e opportunità solidali in rete”.

Secondo Nicolò Aversa, sviluppatore di HouseDada, partner tecnico del progetto, “l’idea è di fornire una sintesi di tutti questi servizi con riferimenti e link on-line attraverso informazioni e contenuti sul sito web georeferenziati che con un click rimandino a una mappa per la loro individuazione immediata; così facendo si intende stimolare l’utente ad attraversare la città e a conoscere fisicamente i responsabili dei vari servizi in modo da riattivare fiducia e interazione con la pubblica amministrazione e il privato sociale che nel periodo di detenzione sono state interrotte”.

È fondamentale stimolare le persone che tornano in libertà a vivere lo spazio pubblico, usufruire di servizi messi a disposizione per tutta la cittadinanza, frequentare luoghi dove sentirsi accolti, conoscere proposte formative, incontrare responsabili delle istituzioni locali, a essere attori attivi che si occupano del mondo socio-culturale in un’ottica inclusiva. Così com’è importante per loro tornare a socializzare e divertirsi grazie alle crescenti e generose offerte di alcuni spazi della cultura cittadina dal cinema ai centri del protagonismo giovanile, dai teatri alle biblioteche e alle associazioni.