“Spazio aperto”, un programma di esperienze per la famiglia

Il Centro bambini e genitori della Fondazione Ulaop-Crt onlus  ha offerto alle bambine e ai bambini dai 0 ai 3 anni, che non frequentano un nido d’infanzia, uno “spazio aperto” per favorire i processi di crescita e di sviluppo delle competenze, per incoraggiare la socializzazione – sperimentando l’esperienza nel gruppo di pari in un contesto d’incontro con gli adulti – e le prime esperienze di autonomia.

La struttura propone un servizio integrativo, flessibile e innovativo con la collaborazione delle associazioni Disincanto, Zerotre e Contatto, che arricchisce il panorama cittadino delle opportunità per le famiglie e l’infanzia. Trova sede all’interno dell’antico complesso del Regio Ospizio dei Poveri, conosciuto come “poveri vecchi”, in corso Unione Sovietica 220/d, a Mirafiori Nord.

Le attività educative spaziano dalla pedagogia del simbolico (gioco, esercizio della fantasia) ai giochi e ai percorsi per lo sviluppo psicomotorio passando attraverso attività manipolative, senso-percettive, espressive, travestimenti e narrazioni.

Per le bambine e i bambini con grave disturbo della comunicazione la fondazione ha attivato, in corso Unione Sovietica, lo sportello d’ascolto per la Comunicazione aumentativa alternativa “C.A.A.iutiamo”, un punto di orientamento, di consulenza  per insegnanti, operatori e volontari. Nel laboratorio “Ti parlo con i libri” un’educatrice specializzata nella lettura di testi in simboli, gli IN-Book (pensati per essere ascoltati mentre un insegnante o una figura di riferimento legge ad alta voce) – e una educatrice hanno intrattenuto i piccoli. Per i bambini con disturbi di ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è stato avviato lo sportello Parent Training, uno spazio di aiuto gestito da personale specializzato e da volontari dell’associazione DisIncanto.

Nel laboratorio tiflodidattico sono stati prodotti materiali tiflodidattici e libri tattili, che si possono prendere anche in prestito, per bimbe e bimbi ciechi e ipovedenti, mentre quello di alfabetizzazione emotiva è stato dedicato alle bambine e ai bimbini sordi. Le attività sono state organizzate dall’associazione di volontari Contatto, nata per sostenere bambini e adulti con disabilità sensoriale e le loro famiglie con azioni di supporto che affiancano ai laboratori, come lo sportello di accoglienza aperto ogni settimana.

La psicomotricità è stata associata alla pet terapy nel laboratorio “Prassi in Gioco”, condotto da un’esperta neuro-psicomotricista. Le attività sono state incentrato sulle interazioni tra funzioni motorie, sensoriali e cognitive delle bambine e dei bambini in età evolutiva. Agli incontri hanno partecipato una pedagogista e il suo cane, Zaira, soprannominata Zazì, una meticcia con il pelo marroncino striato. Una proposta innovativa che ha associato alle attività tradizionali la pet terpy: “secondo studi psicologici – sostengono gli organizzatori dell’associazione DisIncanto – il cane diventa un mediatore attraverso il quale passano le emozioni. Zazì è la protagonista di giochi di imitazione e mette in scena figure positive che rincuorano e confortano i piccini”.

Il Centro ha avviato un progetto di potenziamento cognitivo e motivazionale dedicato ai 174 bimbi e bimbe in affido a Torino (dato riferito al 2018). Si tratta del programma Fenix, proposto dall’associazione DisIncanto, in collaborazione con Casa affido, Direzione Servizi sociali della Città di Torino. E’ un sostegno per i piccoli che dovranno accedere alla scuola dell’infanzia e per gli scolari del primo anno delle elementari. Il progetto prevede un approccio ludico nella forma di una valigetta di giochi con all’interno un softwar –  ideato da un gruppo di ricerca dell’Università di Torino – per sviluppare la capacità di apprendimento. La valigetta è stata consegnata alle famiglie per dare continuità all’attività.

Parallelamente il progetto educativo ha offerto un sostegno alla genitorialità con lo sportello Genitori Peer, gestito dall’associazione Zerotre e dedicato ai neo papà e alle neo mamme che hanno figli con disabilità. Genitori esperti li hanno aiutati a fare medicazioni, a togliere e mettere sondini, a monitorare sofisticate apparecchiature per evitare il protrarsi dell’ospedalizzazione dei loro cari. Un aiuto concreto, anche psicologico, nelle difficoltà quotidiane con incontri di auto aiuto, affiancamento nelle manovre di assistenza e nell’attività fisica per migliorare la mobilità dei piccoli.