Salone del Libro, “La visione per Torino 2030”. Incontro con Il vicesindaco

L’attrazione delle città e l’adattamento alle forme nuove del produrre e dell’abitare – in una chiave di preservazione ambientale e di attenzione al risparmio energetico -, sono argomenti di stingente attualità per un’area metropolitana come quella di Torino, che negli ultimi venticinque anni ha cambiato connotati. E’ una città manifatturiera e universitaria con centomila studenti iscritti, circa il 15% dei quali provenienti dall’estero, un capoluogo e un hinterland che prestano grande attenzione all’innovazione, ai nuovi modi di lavorare, al terziario e ai servizi. Non è più one company town, ma è una piccola metropoli, meta di turismo congressuale e di loisir, che cura i parchi e i giardini, che destina attenzione alla cura del patrimonio culturale ed è inserita a pieno titolo nel contesto europeo, distinguendosi per know-how nei campi dell’automotive, dell’aerospaziale, del food e del biomedicale.

Dei problemi più contingenti e di quelli legati al domani del capoluogo piemontese ne hanno parlato al Salone Internazionale del Libro il vicesindaco Guido Montanari e Gianni Barbacetto, inviato del Fatto Quotidiano.

Al futuro dello spazio nel quale i torinesi desiderano vivere, crescere, studiare e finanche trascorrere gli anni del riposo, della maturità, sono stati i temi del dibattito che si è svolto sabato nello spazio istituzionale della Città, nel padiglione 1 di Lingotto Fiere.

L’Amministrazione comunale sta dando attuazione alla revisione del Piano regolatore vigente, che risale al 1995. E’ una rivisitazione che ha come traguardo finale, circa le procedure, la flessibilità delle destinazioni d’uso, lo snellimento delle procedure pubbliche e private, il rilancio degli investimenti privati e di quelli pubblici. Il Comune è un ente nei confronti del quale imprenditori, attori finanziari che intendono investire, insieme alle famiglie e semplici residenti si rivolgono per conoscere contenuti e dettagli della pianificazione territoriale.

Gli indicatori della ripresa inducono all’ottimismo. Duemila pratiche edilizie in più nel 2016 e nel 2017 rispetto alle 13mila del 2015, un milione di metri quadrati di trasformazioni urbane approvate sui 4 milioni complessivamente disponibili, duecentomila metri quadrati su cui si è operato avvalendosi della legge 106/2011, con l’autorizzazione all’allestimento di sette medie strutture commerciali di vendita, due delle quali in sostituzione, oltre ai 300mila metri quadrati interessati dalla nuova Città della salute.

Il Comune ha peraltro portato a compimento numerosi accordi per il recupero di spazi espositivi da destinare ai dipartimenti di Architettura del Politecnico (To Expo), studentati, residenze socioassistenziali, per la trasformazione di siti industriali dismessi – dalle ex Ogm in Borgo Aurora al sito dell’ex concessionaria Fiat di corso Bramante – in Borgo Filadelfia e per aree di trasformazione in città, oltre a operare con il Demanio per l’ ottimizzazione delle caserme a beneficio della collettività, con la costruzione di una cittadella della Pubblica Amministrazione in piazza Rivoli e la futura concentrazione della presenza delle forze armate nel contesto di piazza d’Armi. Investire sul territorio, rinforzando l’economia locale porta immediate ricadute positive per lo sviluppo e la crescita.

Housing sociale, riuso del patrimonio industriale, sviluppo edilizio senza consumo di suolo, abbellimento degli spazi collettivi, cura dell’arredo pubblico, utilizzo dei mezzi e delle biciclette negli spostamenti, più verde, sono le parole chiave di una rigenerazione urbana in itinere.