Turismo, firmato accordo tra Comune di Torino e Airbnb per rendere più semplice il versamento dell’imposta di soggiorno

 

di Mauro Gentile

La Città di Torino e Airbnb hanno sottoscritto un accordo per rendere automatiche la riscossione e il versamento dell’imposta per i turisti che alloggiano nel capoluogo piemontese prenotando attraverso la piattaforma.

L’intesa è stata firmata questa mattina a Palazzo Civico dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando,  da Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di Airbnb e da Paola Virano, direttore della Divisione Commercio, Lavoro, Turismo, Attività Produttive e Sviluppo Economico della Città.

Torino è la prima città del Piemonte a concludere l’accordo e si aggiunge a Firenze, Milano, Napoli, Genova che hanno già perfezionato accordi analoghi, a beneficio di una home sharing responsabile. In totale sono 9 i Comuni, con un’area urbana complessiva di 5,5 milioni di abitanti, che hanno siglato accordi con la piattaforma.

“La collaborazione avviata dalla Città di Torino con Airbnb attraverso l’intesa sottoscritta quest’oggi –  sottolinea l’assessore al Bilancio e ai Tributi, Sergio Rolando – consente di snellire le procedure di riscossione dell’imposta di soggiorno. Negli effetti pratici, si tratta di un’operazione di semplificazione amministrativa, che solleva i proprietari degli immobili affittati ai turisti da gran parte delle incombenze burocratiche, lasciando loro, di fatto, meno preoccupazioni e più tempo da dedicare all’accoglienza dei propri ospiti.”

“Lo scorso anno nella nostra città – ricorda il direttore, Paola Virano – il numero degli arrivi ha superato la quota di un milione e 200mila, con 3milioni e 700mila i pernottamenti, facendo registrare una crescita significativa dell’accoglienza proprio in strutture di tipo extra-alberghiero. Un risultato positivo confermato anche dalle 144mila locazioni effettuate utilizzando Airbnb.
Sono dati che evidenziano come la collaborazione tra Città di Torino e la community può senz’altro portare ricadute molto positive per quella parte dell’economia cittadina, oggi tutt’altro che marginale, basata sulle attività del settore turismo”.

“L’accordo di oggi è la riprova delle potenzialità che scaturiscono quando fra una fra piattaforma e una pubblica amministrazione si instaura un dialogo sano. Azzeramento della possibilità di evasione, tracciabilità e trasparenza sono solo alcuni dei frutti del lavoro congiunto che siamo stati lieti di presentare oggi”, evidenzia Alessandro Tommasi di Airbnb.

Sono oltre 370 le amministrazioni nel mondo in cui Airbnb gestisce in maniera semplificata il versamento delle imposte e dove ha già contribuito a raccogliere oltre 592 milioni di dollari. Per quanto riguarda Torino, a partire dal 1 maggio 2018 l’accordo prevede infatti che i prezzi degli alloggi visibili in piattaforma siano già comprensivi dell’imposta di soggiorno, (2,30 euro a persona a notte, fino ad un massimo di 7 notti) e che questa venga versata direttamente all’ente con cadenza trimestrale.

Oggi, nel capoluogo piemontese, sono circa 3.900 gli annunci di Airbnb (+20% rispetto all’anno precedente). Nel 2017, sono stati 144.000 (+31%; il 52% di tutti gli arrivi Airbnb in regione) gli ospiti da 135 paesi che hanno soggiornato in città, per una durata media del soggiorno di 3,1 notti. Sempre nell’ultimo anno, l’host tipico torinese ha condiviso la propria casa per 39 notti, per un ricavo di circa 2mila  euro.

Considerando invece gli ultimi 12 mesi (1 aprile 2017-30 marzo 2018), sostanzialmente stabili gli arrivi (147.000). Straniero un visitatore su due: dopo gli italiani (48%) seguono gli ospiti francesi (34%), americani (5%), Inglesi (4%) e spagnoli (4%).