Welfare: alloggi del patrimonio comunale a canone “sociale” per le famiglie in difficoltà economiche

Per la definizione dei canoni relativi ad alloggi del patrimonio comunale concessi in locazione alle famiglie a basso reddito, varranno gli stessi criteri adottati per calcolare l’importo degli affitti richiesto ai nuclei nel caso di morosità incolpevole per gravi difficoltà economiche, assegnatari di appartamenti di edilizia residenziale pubblica.

A stabilirlo è una delibera presentata dagli assessori Sonia Schellino (Welfare) e Sergio Rolando (Patrimonio) e approvata questa mattina dall’esecutivo di Palazzo Civico.

Il provvedimento riguarda quelle persone – nella maggior parte dei casi nuclei monogenitoriali a basso reddito oppure anziani e invalidi – che non sono in possesso dei requisiti per ottenere un casa popolare, seppure vivano una condizione di disagio economico e sociale. Singoli o famiglie alle quali la Città, su indicazione dei servizi sociali e attraverso l’ufficio comunale Lo.Ca.Re, ha messo a disposizione un immobile del proprio patrimonio concedendolo in locazione a canone concordato, ma la cui condizione economica è peggiorata nel tempo, non consentendo più di far fronte alle spese per l’affitto.

Per queste persone, una volta dimostrato un calo del proprio reddito (o altri fattori) tale da averle portate alla soglie o già nella situazione di povertà e dopo il via libera della Commissione emergenza abitativa, al posto del canone concordato può essere applicato quello sociale, cioè il pagamento dell’affitto in relazione al reddito.

“Gli effetti della crisi economica si fanno sentire ancora forti, in città – sottolineano gli assessori Sonia Schellino e Sergio Rolando – il numero delle famiglie in difficoltà non tende a diminuire e la casa continua ad essere uno dei maggiori problemi. Con il provvedimento adottato cerchiamo, almeno per gli immobili di proprietà comunale e non inseriti nel patrimonio edilizia residenziale pubblica, di evitare che situazioni debitorie e di morosità incolpevole producano l’attivazione di procedure di sfratto”.

“Per ampliare in città la disponibilità di alloggi da destinare a chi vive, e non per colpe proprie, un momento di grande difficoltà, l’Amministrazione civica – ricordano la responsabile delle Politiche sociali cittadine e il titolare della delega al Patrimonio – aveva già deliberato lo scorso settembre di destinare un numero maggiore di alloggi del patrimonio comunale alle famiglie fragili seguite dai servizi sociali, portando dal 20% al 50% la quota di appartamenti di proprietà della Città da affittare a nuclei in uscita da percorsi di sostegno e reinserimento sociale e pronti per una sistemazione in piena autonomia”.