“Aldo e Dino Ballarin e il Grande Torino”, celebrazione a teatro

di Antonella Gilpi

Bastava lo squillo del trombettiere del Filadelfia, Oreste Bolmida, per rincuorare i giocatori e far partire il “mitico quarto d’ora granata”.

La tragedia dell’aereo schiantatosi contro la Basilica di Superga alle 17,05 del 4 maggio 1949 mise la parola fine a quella grande avventura calcistica che teneva col fiato sospeso l’Italia intera. Quattro ambulanze partirono dalle Molinette, mandate dal direttore della Clinica Chirurgica, Achille Mario Dogliotti ma non ebbero altro da fare se non ricomporre le salme, mentre una folla di cittadini attoniti saliva alla Basilica.

I-fratelli-Ballarin-Dino-a-sx-e-Aldo-a-dxA ricordare questa tragedia sarà l’Assemblea Teatro che presenterà il nuovo spettacolo “Aldo e Dino Ballarin e il Grande Torino” sabato 19 novembre alle 16,30 presso Villa Amoretti, a chiosa della mostra “Il Toro torna a casa”. Il gruppo teatrale racconta la vita di Aldo e Dino Ballarin, i fratelli di Chioggia che avevano superato le avversità del fascismo e dell’invasione tedesca, la guerra, la fame, per entrare nella leggenda di una squadra che a quel tempo non conosceva eguali.

Il loro viaggio era iniziato con un sogno vent’anni prima. Un viaggio che i due fratelli Ballarin avevano intrapreso insieme e che conclusero insieme, in pochi secondi, nell’incidente. Aldo arrivò nel 1945 al Torino da Trieste per la stratosferica cifra di un milione e mezzo, più di quanto spese Ferruccio Novo (presidente Toro) per l’accoppiata Mazzola-Loik. Terzino destro, diventa subito una delle colonne portanti della squadra e nei quattro anni granata disputerà qualcosa come 149 partite, togliendosi anche la soddisfazione di segnare quattro reti.

La gioia più grande la prova nel 1947, quando riesce a farsi raggiungere in granata dal fratello Dino, di tre anni più piccolo. Dino arrivava dai dilettanti e non giocò mai nessuna partita ufficiale col Torino. Si segnalò in squadra per la sua dedizione, che lo vedeva arrivare primo agli allenamenti e ultimo ad andarsene, nella speranza un giorno di vestire la maglia del grande Bacigalupo.

Come premio, il fratello Aldo convinse la società a portarlo a Lisbona, per l’amichevole con il Benfica che sarà l’ultima partita del Grande Torino.La decisione suscitò la mancata convocazione al secondo portiere Renato Gandolfi; non sapeva che quest’evento gli avrebbe salvato la vita: i due fratelli Ballarin morirono insieme nella Tragedia di Superga.

Assemblea teatro propone un ricordo del Grande Torino attraverso la vita di Aldo e Dino, considerati esempi, miti a cui i giovani possono guardare con ammirazione.