Foibe, un Giorno per non dimenticare

di Piera Villata e Luisa Cicero

Trecentomila esuli, diecimila vittime della pulizia etnica titina. Sono le cifre drammatiche ricordate oggi, nella Giornata del Ricordo, nel corso di diversi appuntamenti, incominciati in mattinata al Cimitero Monumentale e proseguiti in Municipio.

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Siamo qui, come ogni anno a ricordare le vittime dell’Istria e della Dalmazia per non dimenticare una pagina di storia importante che per lungo periodo è stata negata – ha sottolineato  il sindaco Piero Fassino durante la cerimonia commemorativa delle vittime delle foibe e dell’esodo al Monumentale -. Quando il Parlamento ha istituito la Giornata della memoria ha voluto risarcire gli oltre 300mila italiani che furono costretti all’esodo, rendendo omaggio alla memoria di tutti coloro che morirono nelle foibe e nelle tante tragedie che si consumarono in quegli anni”.

Nell’esprimere oggi –  10 febbraio – i sentimenti di omaggio e onore a chi ha pagato con la vita quest’orrore, il sindaco ha voluto anche ribadire il rapporto di fratellanza e di relazione che l’Italia ha con quelle terre “perché anche se non più appartenenti al nostro Paese, sono per storia, cultura e civiltà unite a noi – sottolinendo – che  “bisogna costruire un mondo di pace che sappia riconoscere ogni persona e ogni comunità nella sua identità, storia e cultura”.

Una gremita e commossa Sala Rossa nel pomeriggio si è stretta ad ascoltare la testimonianza di Fulvio Aquilante, instancabile presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che da esule ha parlato delle mortificazioni morali e materiali subite, degli anni trascorsi nei campi profughi. Negli scranni, ad ascoltare lui e la puntigliosa ricostruzione di quei tragici fatti di una delle pagine più dolorose e sanguinose del Novecento gli italiani di Istria e Dalmazia da parte dello storico Gianni Oliva, classi liceali del Convitto Umberto I e D’Azeglio.

Un dramma che affonda le radici nelle dittature, nel secondo conflitto mondiale. Vicenda che hanno coinvolto donne, uomini, bambini, famiglie intere discendenti da etnie pacificamente residenti sull’altra costa che si affaccia sull’Adriatico per secoli e che l’esacerbazione dei nazionalismi ha costretto all’esilio. Fatti per troppo tempo ignorati dagli storici, tragedia delle foibe e dell’esodo dalla terra dov’erano nati e cresciuti che solo una legge tardiva del 2004 ha aiutato a illuminare.

Fassino, giorno del ricordo

Sono state parole di sensibilità quelle pronunciate dal sindaco: “Occorre trasmettere memoria di queste pagine di storia negata, di identità cancellate. E’ una sofferenza che l’Europa ha trattato tardivamente e che e che invece deve essere trasmessa a tutti. Nei giorni passati abbiamo ricordato i sei milioni di vittime della Shoah. E’ vivo il ricordo della tragedia, della metà degli anni Novanta, dei Balcani e siamo purtroppo ancora attoniti per l’eccidio della redazione di Charlie Hebdo consumata a Parigi il mese scorso”.

Torino, Medaglia d’oro della Resistenza, è città impegnata a onorare la memoria della Liberazione, a diffondere la cultura della pace contro la xenofobia e i fanatismi: “Il costruendo Polo del Novecento, in corso Valdocco – ha promesso il sindaco – accoglierà le testimonianze degli esuli istriani in segno di solidarietà, vicinanza per portare a conoscenza gli orrori del passato”.