Funerali D’Antona: mons. Nosiglia ricorda che è “momento grande dolore per tutta la città”

La voce del tempo

di Mauro Gentile

“Un momento di grande dolore e sofferenza che ha scosso profondamente anche tutta la nostra città e il nostro Paese”. Nelle parole dell’arcivescovo Cesare Nosiglia – pronunciate questo pomeriggio nell’omelia della Messa per le esequie di Claudia D’Antona, a cui era presente anche la sindaca Chiara Appendino – si sente la partecipazione al lutto e la vicinanza vera di ogni torinese alla famiglia della donna uccisa dai terroristi a Dacca. “Siamo qui – ha detto Nosiglia –  ancora una volta a pregare e deplorare, come abbiamo fatto nel recente passato, dopo la tragedia del 18 marzo 2015 al Museo del Bardo di Tunisi, un atto di terrorismo di una ferocia inaudita, ingiusto e insensato, che ha tolto la vita a Claudia D’Antona, nel corso di una normale e ordinaria esperienza conviviale che tutti abbiamo o possiamo fare ogni giorno nella nostra città come in ogni parte del mondo. Le domande che di fronte a questi fatti ci facciamo non trovano alcuna risposta, se non nel constatare come il fanatismo fondamentalista di qualsiasi stampo ottenebra le menti, chiude i cuori, conduce ad atti e comportamenti barbari perpetrati purtroppo anche da persone culturalmente preparate e con una vita apparentemente comune a tutti, come pare sia quella degli attuali terroristi”.
La voce del tempoL’arcivescovo  ha ricordato anche l’impegno silenzioso e concreto di Claudia D’Antona, e di suo marito, “a favore di quelle donne che in Bangladesh vengono sfregiate con l’acido da mariti o amanti che vogliono punirle e umiliarle nella loro dignità”. Un’attività svolta sempre generosamente e senza mai cercare pubblicità. “Di fronte a episodi di guerra, di terrorismo, di violenza e di male, reclamizzati con enfasi e compiuti anche con modalità non solo da assassini ma da crudeli carnefici, per alimentare paura e terrore tra la gente, c’è un esercito di persone come Claudia e Gianni, che operano nel segreto per alleviare le sofferenze degli altri, immettendo così nel mondo un seme di bontà, di amore e di giustizia che tiene in piedi l’intera umanità”.