Una “Casa della solidarietà” per studenti universitari stranieri

di Mauro Gentile

Ricevere un sostegno concreto per raggiungere il maggior grado possibile di autonomia e, in cambio di questo, svolgere piccoli lavori per aiutare anziani, disabili o persone malate con difficoltà motorie.
E’ una forma di solidarietà a doppia direzione, andata e ritorno, quella proposta dalla Chiesa Valdese di Torino con l’offerta di accoglienza nella nuova residenza universitaria di via Carema 6, destinata a studenti stranieri in condizioni economiche difficili e realizzata riqualificando un immobile di proprietà dell’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC).
Non a caso le è stato dato il nome di “Casa della solidarietà” e, nella mattinata di giovedì 26 maggio, sarà ufficialmente inaugurata.
Il progetto, finanziato con fondi dell’otto per mille della Chiesa Valdese, non è – come spiegano dalla Diaconia Valdese – un’operazione di semplice assistenzialismo, ma si tratta di un’iniziativa che si propone di far leva sulle risorse dei singoli e sulla loro capacità di “saper fare” per aiutarli a sostenersi negli studi e a far fronte alle necessità della vita quotidiana.
Ricevere e, come detto, restituire solidarietà. Gli studenti ospitati nel condominio di via Carema dovranno dare una mano agli anziani e alle persone che, per le loro condizioni di salute, hanno difficoltà a muoversi e uscire di casa. In che modo dare aiuto? Ad esempio andando in posta a pagare le bollette, recandosi in negozi o supermercati per fare la spesa, in farmacia a ritirare medicine o, tramite il web, aiutando nella compilazione di moduli, domande, registrazioni ed effettuare acquisti on-line. Chi invece preferisce l’impegno più fisico e manuale, potrà proporsi per le attività di manutenzione del giardino condominiale.