25 Aprile : ricordati i dipendenti del Comune morti per la libertà

25 aprile cerimonia1di Gino Strippoli

“Il 25 aprile  è un simbolo di libertà che si deve sempre difendere. Libertà è parola che non ha scadenza. Tutti hanno l’obbligo di lavorare per mantenere e ampliare questa libertà. Il 25 aprile è anche il ricordo di un popolo che si è ribellato alla tirannia del nazifascismo. E’ il giorno della liberazione in tutti i sensi”.Con questo intervento di Pensiero Acutis, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale ex Internati, si è aperta di fatto la cerimonia, presieduta dal vicepresidente del Consiglio comunale, in sala Rossa per ricordare i dipendenti comunali morti per la libertà.

25 aprile cerimonia 2Nella sala più prestigiosa di Palazzo civico era presente il Gonfalone della Città di Torino, decorato di Medaglia d’oro al Valor Militare per il contributo dato dalla Città alla liberazione del Paese.

Lunedì 25 aprile  alle 10.30 al Teatro Gobetti di Torino si è svolto un incontro pubblico intitolato “25 aprile 1956-2016 dalla Resistenza alla Repubblica” con gli interventi del Sindaco di Torino, di Maria Grazia Sestero, Presidente ANPI e Giuliano Amato, Giudice Costituzionale. Alle ore 20 si svolgerà il corteo con fiaccolata da piazza Albarello a piazza Castello con la partecipazione della banda del Corpo di Polizia Municipale.

“Celebrare il 25 aprile – ha detto nel suo discorso il vicepresidente del Consiglio comunale –  non è un atto rituale, ma ha un duplice significato: quello di rendere omaggio e onore ai tanti che hanno combattuto 71 anni fa per la libertà del Paese e riconfermare un impegno con quanti nel mondo continuano a dover lottare per la libertà, affinché i diritti fondamentali siano effettivamente riconosciuti. Il nostro dovere è trasmettere la memoria di quel che è stato, comunicare la testimonianza di come il nostro Paese si liberò dal nazifascismo, avere la consapevolezza che la libertà di cui godiamo oggi non ci è stata regalata”.  Durante lo svolgimento della cerimonia è stato ricordato come lo scrittore Giorgio Bocca non si stancava mai di ripetere che quella combattuta nel Nord Italia con la dittatura fu un’impresa corale, di esponenti dei diversi orientamenti politici. Tutti non sopportavano più di vivere sotto l’impostura di un tiranno. In questo mese sono state diverse le ricorrenze ricordate come giornate della Liberazione: dalla strage del Pian del Lot, all’eccidio del Martinetto, all’omaggio, mercoledì degli operai Fiat uccisi in corso Ferrucci, ovvero martiri a cui è dedicato un corso, una via o una piazza di Torino. “Non c’è futuro senza memoria. – ha concluso il vicepresidente del Consiglio –  Ecco perché siamo qui riuniti questa mattina: quel che è avvenuto non deve accadere mai più. La conoscenza aiuta a nutrire gli anticorpi. A essere pronti a estirpare i primi segni dell’antisemitismo, del razzismo, dell’intolleranza – anche quella che si nasconde nel fondamentalismo religioso – e della xenofobia”.

Alla fine della cerimonia  è stata deposta  una corona di alloro alla lapide che riporta la motivazione della medaglia d’Oro al  Valor Militare alla Città di Torino e di un omaggio floreale, in piazza Palazzo di Città, alla targa commemorativa di Carlo Chiesa, impiegato Fiat, appartenente alle SAP( Squadre di Azione Patriottiche), arrestato il 2 aprile 1945 e morto in seguito alle sevizie e torture subite nella 1^ sezione dei Vigili Urbani ove era stato portato.