I 72 anni dal Martinetto

 

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di Michele Chicco

 

“Da oltre 70 anni viviamo in pace, nella democrazia e nella libertà. Ma, quando si vive per un lungo periodo in questa condizione si può pensare che questa sia irreversibile e che ci sia un terreno di sicurezza e libertà che nessuno possa metterla in discussione. Non è così. Basta alzare lo sguardo oltre il nostro Paese, il nostro continente, per vedere quanti siano ancora i luoghi e le nazioni nei quali quei diritti, che a noi qui appaiono scontati, siano invece negati e quanti siano ancora i popoli che su questo pianeta ogni giorno vivano una condizione di oppressione, di dittatura e di sopraffazione con il dilagare del terrorismo e della furia fondamentalista.  Dobbiamo quindi mettere in campo un’azione quotidiana per contrastare chi vuole insidiare le nostre libertà e le nostre conquiste”. Lo ha detto il Sindaco di Torino, Piero Fassino, questa mattina dopo aver deposto una corona d’alloro alla celebrazione per i 72 anni dalla fucilazione dei partigiani al Sacrario del Martinetto, avvenuta nella mattina del 5 aprile 1944. “I tanti martiri che tra il 1943 e il 1945, come quelli che perirono qui al Martinetto, “– ha continuato Piero Fassino – non ebbero esitazione e paura a rischiare la vita per riscattare l’onore e la dignità dell’Italia, restituendo a questo Paese la possibilità di vivere nella democrazia, nella libertà nella giustizia. Non far cadere nell’oblio il ricordo di quei giorni terribili, lo ritengo un impegno a cui le istituzioni non possono sottrarsi, soprattutto pensando ai più giovani e al dovere di assicurare loro l’opportunità di conoscere e comprendere i fatti della storia, potendo osservare con i propri occhi i luoghi dove quei tragici eventi sono realmente accaduti. E’ quindi nostro dovere – ha concluso il Sindaco – mantenere e diffondere memoria, anche per scongiurare il rischio che quanto avvenuto allora possa accadere di nuovo”.

Alla cerimonia, oltre al Sindaco sono intervenuti, tra gli altri, il Vicepresidente del Consiglio regionale piemontese, Nino Boeti, il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino,  Diego Novelli e le più alte cariche civili e militari del Piemonte. Presenti anche il Gonfalone della Città di Torino, decorato di medaglia d’oro al valor militare, un picchetto d’onore delle Forze armate, la Banda dei Vigili Urbani e una delegazione di studenti dell’Istituto Majorana di Grugliasco.

Fra il settembre ‘43 e l’aprile ‘45 il Martinetto fu teatro di molte esecuzioni di condanne a morte di partigiani e oppositori politici.  Ex poligono di tiro dal 1945 è stato dichiarato ‘luogo di interesse nazionale’ in onore dei cinquantanove partigiani che vi hanno trovato la morte nelle sommarie esecuzioni capitali iniziate dopo l’8 settembre ’43 per mano dei militanti della Repubblica Sociale

Al Martinetto il 5 aprile 1944, gridando Viva l’Italia libera! di fronte al plotone d’esecuzione, vennero fucilati  Giuseppe Perotti, Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Guido Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone e Massimo Montano. A ciascuno di loro è dedicato un corso, una via o una piazza di Torino.